Ripristino del quorum partecipativo, nel senso che il referendum sarà valido solo se partecipera’ il 30% degli aventi diritto al voto per ogni singolo comune. Si procederà alla fusione esclusivamente per quei comuni i cui cittadini si siano espressi favorevolmente, quindi se uno dei comuni è dissenziente nessuna fusione. Occorrerà dare subito corso ad una accurata verifica delle condizioni economico-finanziarie e patrimoniali di entrambi i comuni, nel senso che dovrà essere accertata la compatibilità delle finanze del comune di Corigliano con quelle di Rossano in modo da rappresentare correttamente ai cittadini cosa guadagneranno dalla fusione in termini di indebitamento e di ricchezza pro capite. Il tutto entro il 15 settembre, giorno nel quale riprenderà in Consiglio comunale la discussione del punto all’ordine del giorno iniziata nella giornata di ieri, per l’appunto differita a tale data. Ivi saranno pertanto accertati gli adempimenti richiesti e dunque: messo da parte il ritiro della delibera d’impulso ovvero, alternativamente, revocato l’atto deliberativo consiliare dell’1 febbraio 2016.
Questo è quanto deciso nella sessione consiliare del 12 agosto scorso e quanto democraticamente condiviso dal sindaco Geraci a conclusione dei lavori. Il tutto consacrato in una apposita delibera. Al riguardo, nulla valgono i tentativi di volere strumentalizzare l’evento, di volerlo imbarbarire parificandolo a quelle battaglie che certi soggetti, continui esempi di volgarità dialettiche, sono avvezzi, tanto da condurle quotidianamente finanche verso se stessi. A nulla valgono gli atti e le dichiarazioni autocelebrative di quei soggetti che si sono resi protagonisti, per via diretta ovvero indotta, di condizionamenti e di aggressioni verbali nei confronti di quanti, «rei» di voler vedere chiaro nella fusione in atto. Vengono, pertanto, rimesse ai mittenti le provocazioni e le rozzezze apparse in comunicati stampa degli inidonei ad interpretare la cittadinanza, ancorché abusivamente autodichiaratisi rappresentativi di soggetti collettivi inesistenti ovvero giammai resi palesi. Una tale carenza è nei fatti dimostrata dalla loro incapacità di mobilitazione, tanto da riunire negli eventi solo uno sparuto numero di partecipanti, così come avvenuto a margine dei lavori consiliari. Si rimandano anche al mittente i contenuti delle dichiarazioni rese da taluni per l’occasione. La nobiltà e la cittadinanza politica la si conquista in anni di onestà provata e di militanza «civile» e non già di prepotenza esercitata attraverso lo scambio di favori ovvero la negoziazione di appoggi in sedicenti candidature . Volere bene alla propria collettività vuol dire altro. Significa pretendere certezze a che i cittadini rappresentati, nell’occasione della fusione non perdano alcunché sia in termini di ricchezza che di occasioni di successo. Da qui, la richiesta del Sindaco di elaborare per il 15 settembre prossimo anche uno studio di fattibilità che dia prova di tutto questo. Non solo. Che dia sicurezza ai giovani in termini di nuova occupazione e agli organici comunali, nel senso che non dovranno essere penalizzati dalla creazione di un organico unico. Due argomenti sui quali tutti, prima degli altri i rappresentanti del mondo del lavoro e del mercato, dovrebbero fondare i propri convincimenti.
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