La scelta di fare il Consiglio Comunale urgente sulla fusione mi pare assolutamente opportuna. Non si può dire che siamo alla vigilia di ferragosto e quindi che questa convocazione sarebbe un blitz. Perché tante invece sono le ragioni che giustificano la necessità di una discussione del nostro Consiglio Comunale e di una sua nuova determinazione dopo l’atto di impulso. In primis per l’attesa decisione della commissione di accesso. Fino ad allora non ci sono le condizioni (quelle si, davvero democratiche) per un serio confronto elettorale sul referendum del 22 ottobre, perché come ci andresti ad un referendum con il comune sciolto per infiltrazioni mafiose? Poi il ricorso al TAR per la modifica del quorum che, indipendentemente dal risultato del referendum, rischia comunque di aprire uno di quei classici balletti giudiziari che abbiamo visto sia con i continui commissariamenti nel 2006 sotto la sindacatura De Rosis, sia alla Provincia di Cosenza con duello Bruno/Di Natale. Tutto ciò non sarebbe un buon inizio per il nuovo possibile comune e per il processo così delicato della fusione, e su questo anche i suoi più sinceri fautori dovrebbero convenire. E poi ancora la normativa regionale sulle fusioni che è in rapida evoluzione e che si sta provvedendo a riscrivere, anche alla luce del dibattito sulla nostra, quella tra Cosenza e Rende oltre che sulla costituzione del nuovo comune di Casali Del Manco. La nuova normativa, di cui speriamo al più presto la regione Calabria si doterà, dovrebbe chiarire definitivamente ed in modo inoppugnabile i quorum sulla validità dell’esito referendario e far diventare chiari, fin dalle proposte di fusione i termini, le condizioni e le prospettive per i cittadini ed i territori, attraverso progetti e piani di fattibilità totalmente mancanti nell’attuale proposta di fusione di Corigliano e Rossano, che fanno decidere molti cittadini come me a dire di No a salti nel buio. Non possiamo lasciare in mano ad un commissario prefettizio, nominato il giorno dopo il Si al referendum, le decisioni fondamentali sull’eventuale nuovo comune (ubicazione sedi, circoscrizioni e ruoli, dotazione organica, organizzaIone della macchina comunale e tanti altri punti determinanti e delicati). Pur essendo io contrario a questa fusione ed avendo condiviso le ragioni del ricorso al TAR, dico con chiarezza però che da questo pasticcio, innescato dalla goffaggine e dai gravi errori di Geraci e della sua maggioranza, non se ne esce con il ritiro della delibera dell’atto di impulso. Perché sarebbe un gesto di enorme scorrettezza verso Rossano, con la quale il nostro cammino di crescita comune dovrà proseguire ed intensificarsi, e rischierebbe di indebolire ancor più la nostra città per manifesta incapacità di una intera classe dirigente a governare ordinatamente i processi a cui viene chiamata. Il percorso va quindi rimesso sui binari giusti per portare i cittadini, dopo il tempo che necessita e i chiarimenti di cui hanno bisogno, ad una scelta davvero libera e consapevole. E questo al momento è possibile solo attraverso un atto del nostro Consiglio Comunale che chieda lo slittamento del referendum a dopo l’approvazione, in tempi rapidissimi, della nuova legge regionale nonché alla conseguente predisposizione di tutti i documenti a supporto sui termini della fusione che, come giustamente anche la proposta di nuova legge richiede, non possono essere lasciate indefiniti. Di questo credo Corigliano abbia ora bisogno per evitare ulteriori pericolose lacerazioni. E c’è davvero da auspicare che il Consiglio Comunale domani sappia cogliere su tutte le altre questa priorità, prima ancora che quelle di noi tutti che pur a ragione siamo schierati per il Si o per il No. |