Ho letto la missiva del Sig. Sindaco di Rossano, sui quotidiani locali e sui blog, che La coinvolge direttamente in un processo di fusione, il quale non ha un suo connotato ben delineato, né dalla normativa in vigore, né dal progetto stesso. La scrivo, con il rammarico che Lei, nella sua qualità di Sindaco, si sia fatto tirare la giacca da una destra ed una sinistra, che non esistono, nei loro valori. Oggi, la politica è relegata a pochi intimi, i quali la gestiscono a proprio piacimento, senza regole e non nell’ interesse dei molti cittadini, ma di piccoli raggruppamenti. Lei, in Consiglio Comunale, ha avuto i numeri per governare, ma non la maggioranza. I numeri Le hanno dato ragione, in un ballottaggio, al quale Lei non doveva, neanche arrivare, tenuto conto della sua grande forza elettorale e dei diversi candidati a sindaco che si sono proposti, i quali, durante la legislatura, hanno voluto svolgere, un ruolo marginale anche nell’ assise comunale. Lei caro Sindaco, deve prendere atto che la sua maggioranza, quella con la quale è stato eletto, non esiste e non è mai esistita. Le sue stampelle, durante i Consigli Comunali, sono stati, per tutti questi anni, i Consiglieri Russo, Torchiaro e Campana, i quali Le hanno arricchito il dibattito politico, il quale, in caso contrario, si sarebbe sviluppato solo ed esclusivamente in un alzata di mano e Le hanno fornito la possibilità di apparire come amministrazione. Oggi, sento che Lei, senza alcuna esitazione, debba preoccuparsi di due problematiche molto più grandi della politica coriglianese. La prima riguarda la commissione d’ accesso antimafia, della quale non si discute mai. La seconda di un progetto di fusione, nella quale Rossano, la fa da padrona, imponendo e determinando, tempi e regole a proprio piacimento. Non cito le associazioni per Si, non per svilirle, ma, le stesse hanno soltanto una funzione consultiva e quindi non determinante nel dibattito politico, in questo momento storico. Tenuto conto di quanto esposto, mi permetto, di suggerirLe due ipotesi. La prima di Sue dimissioni nella qualità di Sindaco, in quanto non esiste una maggioranza in Consiglio Comunale, l’ ultimo Consiglio le ha fornito la prova. La seconda, qualora la prima, non fosse di suo gradimento, quella di indire un Consiglio Comunale, non per la revoca della precedente delibera di fusione, ma per la sospensione dell’ efficacia della stessa, in quanto le regole sono state cambiate dalla Regione Calabria, dopo l’ approvazione della stessa. In questa ipotesi, di comune accordo con l’ amministrazione comunale rossanese, tenuto conto di quanto scritto dal Sig. Sindaco di Rossano, potrebbe bloccare l’ iter referendario e salvare la faccia ai Consiglieri ed anche a sé stesso, in attesa che la Regione Calabria, modifichi le regole attuali. Anche il Sindaco di Rossano, ritiene che le regole del referendum, non sono chiare. Di seguito, formulate nuove regole, da parte dell’ organismo regionale, la parola passerà ai cittadini, rossanesi e coriglianesi, perchè il referendum è un atto dovuto, quindi va espletato. Ma, con regole chiare che determineranno da parte degli elettori, un vincitore. Il popolo è sovrano, quindi tutti, anche la politica, dovrà inchinarsi al responso finale. Forse, in quest’ ultima ipotesi, potrebbe continuare a governare almeno sino a natale e quindi seguire l’ iter referendario, sia nell’ interesse dei Si e di che la pensa in modo contrario come me. In quanto alle istituzioni, in ipotesi di referendum, le stesse, non devono schierarsi, ma illustrare ai cittadini, un progetto politico di unificazione dei territori di Corigliano e di Rossano che allo stato, non emerge e quindi non sussiste. Mi piace, prima di concludere, invitare il Sig. Presidente del Consiglio Comunale di Corigliano Calabro, di far presente alle adunanze consiliari, i membri che sono assenti per giustificato motivo, in special modo, se rappresentano la maggioranza, e non con comunicato stampa. Il Presidente, garantisce tutto l’ assise, O No, e specialmente le minoranze, se vi sono. Concludo ricordando ai Sigg. politici, coriglianesi e rossanesi, di non utilizzare il referendum quale loro espressione politica e di tenere conto che il Premier Renzi, per farne una sua bandiera, ci ha rimesso le penne.
Gianni Santelli (avvocato) |