Come si ricorderà lo scorso anno “Solidarietà Sempre“, durante la prima gestione dell’emergenza dei minori non accompagnati ha dato un contributo molto importante: tra raccolta di generi di prima necessità, gestione dell’emergenza, assistenza medica attraverso alcuni volontari e “costruzione“ della rete - fino ad allora inesistente - per sostenere quella specifico sforzo, si rivelò fondamentale per arrivare a predisporre un sistema d’accoglienza di buona qualità. Da quell’esperienza è nato anche un progetto d’integrazione che pure tra tanti difetti e limiti ha sinora dato buoni frutti. Sia sotto il profilo dell’integrazione, del dialogo e del rapporto della nostra città coi ragazzi, sia da un punto di vista “professionale“ per la diffusa rete di strutture di economia sociale ed operatori che è si venuta a creare. E tutto questo grazie al confronto con l’Amministrazione Comunale che, più volte, ha pure definito il nostro contributo come “determinante e fondamentale“. Naturalmente abbiamo sempre denunciato e segnalato le incongruenze e le inefficienze che abbiamo incontrato durante quel percorso e ogni volta abbiamo proposto come risolverle, costruendo ed ampliando la rete dell’accoglienza in prospettiva dei nuovi sbarchi che anche quest’anno com’era prevedibile sono ripresi. Evidentemente quel dialogo con la nostra rete, quell’apertura ad un necessario lavoro comune con la città e con l’intero territorio erano per l’amministrazione comunale strumentali e di facciata. Passata l’emergenza abbiamo assistito al venire meno del ruolo del comune per la migliore gestione delle strutture che per tutto l’inverno hanno comunque operato. Cosa ancora più grave è che il sindaco Geraci e la sua giunta hanno fermato anche quello che poteva e doveva essere il lavoro di programmazione per la gestione di nuove emergenze, più che prevedibili per una città portuale come Corigliano, pienamente e inevitabilmente inserita tra quelle interessate a questi epocali sbarchi dall’Africa. Ed oggi, che l’emergenza è arrivata e l’Amministrazione Comunale reagisce con le medesime inefficienze dello scorso anno, ci ritroviamo al punto di partenza. Si sceglie, pur avendo avuto un anno di tempo, di riutilizzare il luogo inadeguato e malsano del palazzetto dello sport per accogliere il doppio dei minori rispetto allo scorso anno, aggravando ancor di più la situazione rispetto al passato. Si sceglie, non conosciamo con certezza come, di affidare la gestione del servizio ai medesimi soggetti che l’anno scorso hanno palesato inefficienze e inadeguatezze sopperite solo dal nostro intervento, senza alcun controllo e condizione vincolante dei servizi sociali verso questa gestione. Mentre igiene, profilassi sanitaria, condizioni d’accoglienza sono diventati nel palazzetto insopportabili e testimoniano che o non si è in grado di svolgere quel compito ovvero non lo si vuole svolgere secondo criteri adeguati alla legge, malgrado le consistenti risorse economiche trasferite anche al comune. L’Amministrazione che però non perde occasione per lamentarsi di non farcela da sola, ha scelto di non coinvolgere la rete costruita l’anno scorso, di tenere fuori gli altri comuni e sindaci che, come concordato in più tavoli, dovevano essere invece in prima linea nelle attività emergenziali di queste ore. In questo modo ha disatteso tutte le promesse fatte e gli impegni assunti lo scorso anno e così facendo non solo vanifica gli sforzi fatti ma indebolisce la capacità di affrontare le difficoltà di questi nuovi sbarchi e rischia di far alzare la tensione sociale verso il fenomeno per noi purtroppo inarrestabile degli sbarchi. Mentre leggiamo di tutto su come si dovrebbe evitare che il porto diventi ancora sede di sbarchi e come fermare i viaggi dal Nord Africa, deve essere chiaro invece che la situazione va affrontata come reale ed urgente ovvero ci si fa da parte. Perché non è concepibile decidere di riutilizzare il palazzetto dello sport ben oltre le 72 ore previste dalla legge e non aver pensato un “piano di riserva“ attraverso la ricognizione dei beni comunali, la ricerca di altri fondi disponibili e, come detto la costruzione di un sistema di accoglienza diffuso nel territorio, perché non si può criticare l’Europa per aver lasciato solo l’Italia in questa prova epocale e poi Corigliano viene isolata nel territorio e nella provincia. La nostra disponibilità a ragionare sulla questione, previo coinvolgimento di tutti i soggetti operanti sul territorio, c’è sempre ma è condizionata ad una reale volontà dell’Amministrazione ad affrontare la questione scevra da speculazioni politiche (è chiaro che non si affronta la questioni in termini realistici solo perché è scomodo passare per “accoglienti“). Se verrà scelta, al contrario, la strada dello scorso anno, che ci ha condotto al punto di partenza, noi non ci limiteremo al ruolo di “voce fuori dal campo“ ma arriveremo ogni iniziativa per rimettere sul binario giusto il governo serio ed efficace di questa enorme priorità.
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