Lo scorso sabato 17 giugno presso il Centro di Eccellenza di Corigliano Scalo, si è svolto un incontro informativo sulla proposta di legge riguardante la “ DAT“ (Disposizione Anticipata di Trattamento, detta anche Testamento Biologico), promosso dall ’Azione Cattolica della Parrocchia Maria SS Immacolata di Corigliano Scalo, guidata da don Gino Esposito. Numeroso il pubblico presente, interessato e concentrato fino alla fine. Presenti tutte le Associazioni del territorio che hanno aderito all’iniziativa. Si ringraziano pertanto, ADA, AVO, ANFFAS, CRI sede Corigliano Comitato Brutio, FIDAPA, FIDELITAS, FORUM terzo settore, KIVANIS, LIONS, MOVIMENTO PER LA VITA, UNITALSI. Yole Sposato, consigliere comunale, ha introdotto i lavori, passando poi la parola a Lisa Polino, Presidente di Azione Cattolica della parrocchia Maria SS Immacolata, a seguire le relazioni del dott. Pino Morandini, Vice Presidente Nazionale del MPV, e del dott. Emmanuele Di Leo, Presidente Steadfast Onlus, che hanno analizzato la proposta di legge da un punto di vista giuridico, medico e morale - bioetico. Il testamento biologico è l’espressione della volontà di una persona, sulle terapie sanitarie che intende o non intende ricevere, nel caso non sia più in grado di prendere decisioni o non le possa esprimere chiaramente, per una sopravvenuta incapacità. Nel caso abbia dato disposizioni a non volerle ricevere, il testamento biologico rappresenta, quindi , sostengono i relatori, il riconoscimento del diritto al suicidio, a cui dovrà corrispondere il dovere del medico di assecondarlo. Infatti , in base alla proposta di legge il medico è tenuto a rispettare la volontà espressa dal paziente, esente da responsabilità civile o penale. La stessa proposta di legge, aggiungono i relatori, non dice, però, cosa accade se in un momento così distante, da quando cioè le disposizioni sono state redatte, il medico ritenga che il paziente sia ancora adeguatamente curabile (anche per delle nuove scoperte farmacologiche). Inoltre l’individuo viene privato della sua libertà, infatti un paziente non più in grado di comunicare, non potrebbe più scegliere diversamente da quanto fatto nel testamento. Per il medico, tra l’altro, non è prevista l’obiezione di coscienza, in qualunque struttura sanitaria si trovi ad operare, incluse quelle private. I relatori ci ricordano che il medico deve essere il custode della vita, e che la tecnologia non può sostituire il Dio dell’esistenza. Ed ancora, la vita e la morte non possono essere legiferati tra gli scanni di un Parlamento. Al contrario il Parlamento italiano dovrebbe affrontare le reali emergenze sanitarie: chi soffre vada aiutato, oltre che a ricevere terapie adeguate, a vivere con dignità la sofferenza, per evitare che oltre alla vita venga sottratta anche la dignità. Urge la presenza di specializzati nel servizio di accompagnamento alla morte, ognuno secondo la propria professione. Concludono don Antonio Martello, Direttore Ufficio Pastorale della Salute, Arcidiocesi Rossano - Cariati, e don Gino Esposito, i quali concordano sulla necessità di diffondere la cultura della vita, perchè non esiste il diritto a morire, esiste il diritto a vivere e sicuramente l’Azione Cattolica della Parrocchia Maria SS Immacolata non può rimanere indifferente a questo appello.
Il Presidente Parrocchiale Lisa Polino |