Due importanti iniziative di alto contenuto politico sono in programma a Roma il 17 e 18 giugno p.v., alle quali, Rifondazione Comunista Calabria e di Corigliano, in particolare, non vuole mancare di dare il suo contributo morale e sostanziale. La prima è quella sulla reintroduzione dei vaucher, sonoramente bocciati con la massiccia raccolta di firme promossa dalla CGIL. I voucher da 10 euro, destinati sulla carta a remunerare le prestazioni di lavoro occasionale, non fanno emergere il sommerso, ma servono piuttosto a inquadrare una forma di lavoro precario e a basso costo, costringendo chi viene pagato in questo modo in un vero “girone infernale”, da cui è difficile uscire. Questo scrive nero su bianco l’Inps nel suo recente “Quaderno di ricerche sul lavoro accessorio”. Solo per ricordare a chi legge di cosa stiamo parlando, voglio fare un breve inciso: il 17 marzo u.s., il governo pur di invalidare il referendum, decide di emanare un decreto che cancella l’intera legislazione sui voucher, il che inizialmente sembra un grande successo della Camusso, ma il 26 maggio u.s., a sorpresa, decide di ripristinare, con l’emanazione di un emendamento che sarà discusso e sottoposto a fiducia in queste ore in parlamento. Il mancato rispetto della volontà popolare porta la Cgil a indire una manifestazione nazionale, appunto, per il 17 giugno p.v., a cui Rifondazione Comunista regionale e locale, rappresentata dal Dirigente regionale, compagno Mario Gallina e dallo scrivente, ha deciso di partecipare e sostenere con forza. Preoccupa, tuttavia, l’annunciata decisione Art.1-MDP di abbandonare l’aula sul voto di fiducia, gesto che comporterebbe la sicura approvazione della truffa del governo sui voucher. Il voto contrario o l’astensione dei senatori dell’MDP sul voto di fiducia, quello su cui non può arrivare il soccorso di Forza Italia e della Lega, per intenderci, determinerebbe la bocciatura del provvedimento. Uscire dall’aula, invece, significa far abbassare il quorum e consentire l’approvazione del provvedimento che la CGIL ha giustamente definito “schiaffo alla democrazia”. Con questa scelta, sulla quale spero vi sia un ripensamento, Art.1-Mdp diventerebbe corresponsabile della truffa. Chi esce dall’aula di fatto vota si alla truffa contro lavoratori e democrazia. E’ davvero desolante assistere al reiterarsi dei comportamenti che hanno condotto giustamente i ceti popolari a perdere ogni fiducia nel ceto politico che dice di essere di sinistra. La seconda riguarda l’appello ad una costituente della sinistra unita, lanciato da Anna Falcone e da Tommaso Montanari. I due, molto impegnati nella campagna referendaria contro la riforma costituzionale voluta da Renzi e da Napolitano, sono persone di spessore politico e di sincera fede democratica, ci dicono semplicemente ciò che Rifondazione Comunista ed un folto popolo di sinistra andiamo predicando da anni ormai: “ci vuole una Sinistra unita, in un progetto condiviso”. Un grande soggetto politico, di cittadinanza e di sinistra, aperto a tutti: partiti, movimenti, associazioni, comitati, società civile. Un progetto capace di dare una risposta al popolo che il 4 dicembre scorso è andato in massa a votare No al referendum costituzionale, perché in quella Costituzione si riconosce e da lì vorrebbe ripartire, per attuarla e non limitarsi più a difenderla.
Antonio Gorgoglione (Segretario cittadino e Presidente prov.le PRC) |