Quando parliamo di sanità dovremmo tutti avere l’accortezza di non illudere i cittadini né, ancor di più, gli ammalati. Leggendo il comunicato dell’Amministrazione coriglianese ci chiediamo come si possa parlare con tanta superficialità dell’inizio dei lavori dell’ospedale della Sibaritide sulla base dei carotaggi archeologici? Vogliamo prendere in giro i cittadini di questa terra? È ben chiaro che le motivazioni che stanno alla base dei ritardi poco hanno a che vedere con i carotaggi ed i rilievi archeologici ma insistono su uno stato di difficoltà finanziaria della ditta appaltatrice, la Tecnis. Difficoltà che non la metterebbero nelle condizioni di rispettare le date decise e che, da mesi, non le fanno pagare gli stipendi ai lavoratori. Solo in queste ore, con la possibile nomina di un amministratore giudiziario, si potrebbe prospettare il pagamento di una mensilità ai lavoratori ma, certamente, non ci sono le risorse per farsi carico dell’inizio lavori. Ora, parlare di settembre come data utile, senza avere notizie certe di novità ben più importanti rispetto ai prospetti archeologici, è una presa in giro intollerabile. L’Amministrazione ha altre notizie? È a conoscenza di possibili subentri nella gara d’appalto? Di nuova liquidità nelle casse della Tecnis? Se ci sono tali notizie allora ben vengano annunci e felicitazioni… altrimenti ci si limiti a dire che, per dare l’impressione che qualcosa si sta muovendo, magari per illuderci rispetto a precedenti promesse (i lavori inizieranno a marzo…), si sono fatti scavi che, magari, andavano fatti anni fa quando s’individuava l’area di costruzione. La verità è che è fallimentare il modello pubblico/privato, ancor di più è fallimentare l’opera delle amministrazioni regionali che, in barba a ciò che era stato promesso, non hanno impedito, in attesa del “mistico” ospedale nuovo, che si chiudessero presidi ospedalieri e si riducessero le capacità dei nosocomi di Corigliano e Rossano.
Sinistra Italiana – Circolo Corigliano Calabro |