Siamo alle solite e purtroppo le solite negative. Questo territorio ormai “scippato” dai servizi di prima necessità vede ancora una volta uno stop nella realizzazione dell’Ospedale unico. Un territorio ormai reso “martire” dalle istituzioni a livello nazionale e regionale che non trova nessun rappresentante istituzionale in grado di condurre una protesta seria nei confronti degli organi competenti. Avevo un brutto presagio quando gli ospedali di Cariati e Trebisacce subivano il ridimensionamento. Le strutture di Corigliano e Rossano non riescono più a garantire i servizi primari a questa vastissima zona. Sulla salute della gente non si scherza. Non si possono più concepire i viaggi della speranza verso le strutture ospedaliere di altre città. Si scende in piazza per festeggiare la vittoria della propria squadra ma quando si tratta dei diritti primari, ognuno di noi, ha da fare altro oppure non sembra interessato. Abbiamo bisogno di riscoprire la territorialità, amare il proprio territorio non può essere un utopia. E’ inutile programmare stagioni estive, manifestazioni di carattere culturale se prima di tutto non garantiamo la dignità umana. E’ finito il tempo del campanilismo territoriale, Corigliano può vincere questa sfida solo se non cerca l’isolamento ma si apre alle altre realtà di questo vasto territorio. La sibaritide non deve eseere ricordata solo sui libri di storia ma rappresenta la sfida vincente del nostro futuro. Che sia fusione o meno , non facciamoci rubare i nostri diritti e la speranza, dicendo basta a chi si ricorda di noi solo quando bisogna apporre un segno su una scheda elettorale.