Lo scorso 7 marzo 2017, il Sig. Prefetto di Cosenza, S.E. dott. Gianfranco Tomao, ha provveduto ad inviare a Palazzo Garopoli, con i poteri delegati dal Ministero dell’Interno, la Commissione d’accesso agli atti al fine di accertare presso il Comune di Corigliano, retto dall’Amministrazione Geraci, la “sussistenza di eventuali infiltrazioni mafiose”. E’ altrettanto risaputo come l’insediamento di tale Commissione d’accesso segua, di soli pochi anni, un altro e precedente insediamento il quale portò, come tutti ricordiamo, allo scioglimento del Consiglio Comunale Straface all’interno del quale sedeva anche l’odierno Sindaco Geraci. Vorrei anche ricordare, inoltre, come l’insediamento della Commissione d’accesso segua pure, questa volta a distanza di pochi di mesi, il maxi-sequestro di varia documentazione prodotta dagli uffici comunali effettuato presso gli stessi locali di Palazzo Garopoli su impulso diretto della Procura della Repubblica di Castrovillari. Ebbene, partiamo da un semplice presupposto di base: nonostante tutto ciò, vi è ancora qualcuno che sembra non avere ben compreso la potenziale gravità della situazione esistente al Comune sulla quale stanno opportunamente indagando, appunto, gli emissari dello Stato.
Ma il punto non è questo. Ebbene, come tutti sappiamo, il risultato dell’ispezione della Commissione d’accesso inviata a Corigliano non potrà che sostanziarsi o in un nulla di fatto, quindi nessuna infiltrazione accertata e Geraci che continua “tranquillamente” il suo mandato fino alla prossima primavera, oppure, nel peggiore dei casi, infiltrazioni mafiose accertate e scioglimento del Consiglio Comunale e, ovviamente, fine mandato per Geraci. Una cosa è certa: in Italia, allo stato attuale, sono presenti circa 8’000 comuni. Solo una manciata di questi, tra il 2016 ed il 2017, hanno ricevuto la “visita di cortesia” della Commissione d’accesso la quale visita non può di certo definirsi “di routine” (come qualcuno vorrebbe far credere) tanto più che, se così davvero fosse, la riceverebbero tutti i comuni a cadenza regolare, ma così non è. Se poi qualcuno voleva riferirsi a come, e specificamente a Corigliano, la cosa sembrerebbe essere diventata, oramai, di normale “routine”, questo è un altro discorso. E, peggio ancora, la Città di Corigliano Calabro, al momento, risulterebbe essere una delle pochissime tra questi 8’000 comuni, magari forse l’unica, ad avere ricevuto la visita di ben due Commissioni d’accesso consecutive, la prima con Geraci nel ruolo di Consigliere Comunale e la seconda con Geraci nel ruolo di Sindaco. Il solo arrivo della Commissione d’accesso in un qualsiasi e “normale” comune d’Italia, anche per la prima volta, avrebbe costituito già di per sé una motivazione molto più che sufficiente affinché un qualsiasi sindaco potesse assumere la dignitosa decisione di dimettersi. Figuriamoci quanto, questa motivazione, sarebbe ben oltre i limiti della sufficienza per una Città come Corigliano che è, invece, alla sua seconda “esperienza” consecutiva da “sorvegliato speciale” dello Stato. Arrivati a questo punto, mi chiedo se le eventuali dimissioni di Geraci rappresentino non solo un atto politico auspicabile ma molto più che dovuto, a prescindere, poi, da qualsiasi risultanza che verrà prodotta dalla Commissione d’accesso. Eppure Geraci non si è dimesso. Eppure Geraci non si dimetterà. E non è detto che tale decisione, quella di non dimettersi, sia ascrivibile solo ed esclusivamente a lui. Comunque vada a finire questa storia, tra Procura della Repubblica, Prefettura, Guardia di Finanza, Corte dei Conti, Ispettorato del Ministero delle Finanze e Ministero dell’Interno (e chi più ne ha più ne metta) la situazione, di sicuro, per il Comune di Corigliano, non sembrerebbe essere poi così “rosea” come qualche lacchè vorrebbe, a tutti i costi, darci a bere. |