La decisione che sembrerebbe avere assunto il Presidente della regione Calabria, relativamente all’indizione del referendum consultivo sulla prospettata fusione tra Corigliano e Rossano già nel prossimo 22 ottobre, lascia davvero sgomenti, se non stupefatti. Ed il tutto accade proprio mentre la Commissione d’accesso agli atti amministrativi, inviata a Corigliano dalla Prefettura di Cosenza, è nel bel mezzo dello svolgimento di una tanto delicata quanto gravosa missione: quella di accertare la sussistenza di eventuali infiltrazioni mafiose presso Palazzo Garopoli, su espressa delega del Ministero dell’Interno.
Personalmente, sono del tutto convinto che avere convocato il referendum consultivo proprio nel momento in cui la Città di Corigliano è politicamente più debole ed esposta, attesa la presenza della Commissione d’accesso, appunto, è assolutamente fuori da ogni logica. Del resto, prima o poi, anche quei rarissimi Coriglianesi propensi alla fusione dovranno pure cominciare a domandarsi a che cosa è dovuta tutta questa irrefrenabile frenesia, esclusivamente di sola matrice rossanese, nell’accelerare il processo di fusione ad ogni costo, a fortiori atteso il gravissimo status quo in cui versa attualmente la nostra Città.
La Commissione d’accesso agli atti, così come prevedono le leggi dello Stato, ha teoricamente a sua disposizione ancora quasi 4 mesi di tempo per decidere sull’eventuale scioglimento del Consiglio Comunale di Corigliano. In un caso o nell’altro, ciò comporterebbe per i cittadini Coriglianesi di doversi recare alle urne, nel prossimo 22 ottobre, o con una Città stremata ma con un Consiglio Comunale ancora in piedi oppure, nella peggiore delle ipotesi, sotto scioglimento per infiltrazioni ed in stato di commissariamento conclamato. In entrambi i casi, non è assolutamente accettabile, a mio sommesso avviso, che la popolazione Coriglianese debba essere costretta ad esprimersi su questioni di tale delicatezza e rilevanza politica potenzialmente con il Consiglio Comunale di Palazzo Garopoli eventualmente sciolto per infiltrazioni o magari anche solo nelle more del “verdetto” finale. In ogni caso i Cittadini Coriglianesi avranno di che “ringraziare” l’Amministrazione Geraci e, in particolar modo, taluni personaggi in seno alla stessa i quali, nemmeno troppo velatamente e da tempo immemore, premono indefessamente affinché la Città di Corigliano venga al più presto definitivamente ed irreversibilmente consegnata nelle mani di Rossano. Cui prodest?
Terminerei con un’ultima riflessione, la quale vorrei tutti i cittadini Coriglianesi facessero propria: poniamo il caso, nella più sciagurata delle ipotesi, che il Consiglio Comunale Coriglianese dovesse essere eventualmente sciolto da parte della Commissione d’accesso per accertate infiltrazioni: che senso avrebbe per Corigliano andare ad esprimersi nel merito di una fusione ideata, deliberata e promossa da un Consiglio Comunale successivamente sciolto per infiltrazioni mafiose? E, stando così le cose, non è detto che, nella malaugurata opzione di scioglimento del Consiglio Comunale, il sottoscritto non provveda a formulare tale quesito direttamente al Consiglio di Stato, al TAR ed al Ministero dell’Interno.
Dott. Enzo Claudio Gaspare SIINARDI |