“Che la Città stia vivendo uno dei suoi peggiori momenti, è sotto gli occhi di tutti e non solo perché ancora una volta un accertamento prefettizio irrompe in maniera devastante sulla esile e fragile tenuta amministrativa e democratica della nostra cittadina, evidenziando inquinamenti delinquenziali deleteri per la città, ma perché Corigliano arretra, non da segni di ripresa, è sempre in bilico con un paventato dissesto; inoltre non si evidenzia un vigore amministrativo tale da fare ben sperare i cittadini e soprattutto i giovani, nonché i nuovi poveri che a Corigliano continuano ad aumentare in maniera vertiginosa. La città è all’abbandono, buche, assalto edilizio, disservizi, non esistono aree verdi e parchi tematici, nessun segno di urbanizzazione compatibile e di nuova generazione e attenzione ai servizi sociali e di mobilità sostenibile. Questi solo alcuni dei problemi che si evidenziano maggiormente. Le nuove realtà urbane richiedono processi di partecipazione e di coinvolgimento dei cittadini nelle scelte di fondo che diventano il punto di forza per superare le criticità e la stessa crisi economica paurosa che investe l’Europa, quindi i nostri territori, essendo più fragili ed esposti. Solo chi opera in tale direzione può fare uscire dalle secche una città importante come Corigliano, ma tutti devono potere partecipare al processo di sviluppo ed autodeterminazione del proprio territorio. In questo scenario il Comune ha il compito di gestire politicamente la trasformazione in corso, deve avere il ruolo di “levatrice“ che guida la nascita della “città virtuale“ nuova e sostenibile, dal seno della “città fisica“, oggi ripiegata su se stessa ed incapace di creare futuro per le nuove generazioni. Questo significa, prima di tutto, rompere ogni monopolio dell’informazione e delle discrezionalità a partire dalla burocrazia comunale, disponendo che “la pubblicità degli atti“ comporti l’obbligo della messa in rete e che i documenti scambiati in rete abbiano pieno valore giuridico; in secondo luogo assicurare ai cittadini un accesso equo alla comunicazione in rete; in terzo luogo, impedire che si creino nuove emarginazioni sociali tra coloro che, per svariati motivi, non sono in grado d’accedere alla rete stessa. Il nostro territorio, a fronte di un costo relativamente elevato del lavoro manuale, presenta una massiccia quantità di forza-lavoro giovanile qualificata o altamente qualificata, esclusa dall’attività lavorativa. Questa condizione disagiata può rovesciarsi in un “vantaggio locale“ per le imprese ad alta tecnologia che, impiegando il lavoro come capitale cognitivo, domandano prestazioni ad elevato contenuto professionale; esse infatti troverebbero un incentivo nel costo relativamente basso e quindi competitivo del “lavoro intelligente“ nell’area urbana da costruire unitamente al Comune di Rossano. E’ necessario, quindi, riformulare un assetto del territorio mediante azioni integrate di riequilibrio urbanistico, prevedendo nuove arterie viarie, con piste ciclabili e percorsi fluviali, in modo che si allenti la pressione sulla zona a maggiore in urbanizzazione (lo Scalo, Schiavonea, la stessa SS 106bis)– che manifestano fenomeni di progressiva difficoltà di assorbimento – e nel contempo promuova la qualità degli insediamenti minori, ai quali vanno offerte maggiori occasioni di socializzazione e, soprattutto, una diffusione delle aree attrezzate, soprattutto verdi, nuovi quartieri identitari, forniti di tecnologie, quali le ricariche elettriche per le autovetture, nonché isole sotterranee di stoccaggio dei rifiuti urbani, in grado di rendere indifferenti le distanze e la frammentazione degli insediamenti, nonché l’imbatto ambientale. Per diminuire la fragilità della nostra comunità, bisognerebbe pensare, ad esempio, a piazze telematiche, puntando così alla tutela della sostenibilità ambientale attraverso un’offerta di servizi e di strutture telematiche (cablaggio della città) che collegano in rete gli insediamenti urbani saturi o in degrado, non solo con il resto della città, ma anche con i comuni vicini, fornendo così agevolmente le opportunità di lavoro e di comunicazione proprie delle nuove e più evolute comunità locali.
In una parola non si può più gestire la cosa pubblica in maniera tradizionale, stando ad aspettare solo qualche finanziamento per fare qualche opera. Bisogna suscitare le vocazioni di crescita economica, stimolando il coinvolgimento di aziende locali e nazionali verso l’innovazione tecnologica. Lavorare per dare possibilità alla pubblica amministrazione e alle imprese di applicazioni delle nuove tecnologie telematiche dal forte impulso innovativo quali: documenti digitali, firma digitale, smart card, servizi sanitari informatizzati, gestione base dati, commercio on line, sicurezza delle transazioni, accesso alla rete dai sistemi mobili, etc, attraverso un processo di cablatura effettiva della città e dell’area urbana Corigliano/Rossano. A proposito di questa area, si tratta di far leva sulla complementarità tra i diversi comuni: esaltata dai collegamenti in rete, da creare, si può rivelare l’unico strumento per raggiungere, tutti insieme, quelle soglie necessarie allo “sviluppo sostenibile“, salvaguardando la diversità come base indispensabile per una relazione più ricca e sostenibile tra città e campagna.
Alfonso Falcone, presidente associazione Generaazioni |