Non ci sono dubbi che si sia trattato di un successo politico, tutt’altro che scontato, riferibile in maniera particolare alla massiccia adesione delle scuole della Città, e ad iniziare dal nostro, degli enti locali territoriali. Elemento, questo, di grande rilevanza simbolica per la duplice funzione rivestita: culturale e democratica. Presenti le forze politiche, in alcuni casi ispirate da ideali persino contrapposti, le Associazioni di categoria, le sigle sindacali i movimenti ”storici”che da anni si battono per la difesa, affatto acritica, delle nostre peculiarità territoriali. Un campo vasto ed articolato che lascia ben sperare per il prossimo futuro e lascia intravvedere la possibilità di uno spazio nuovo di dibattito sulla nostra area vasta. Da più parti infatti si è sottolineato “che questo non è che un inizio”…Appunto! Senza giri di parole nella bella giornata del 28 marzo, non sono mancate le criticità. A partire dalla necessità di una interlocuzione immediata con le istituzioni regionali e nazionali completamente assenti (Esclusi i parlamentari di 5 stelle). La questione “Sibaritide”e nello specifico le”trivellazioni” allo stato rimangono “un’espressione geografica e di principio” per parafrasare malamente il Principe di Metternich. La vertenza per diventare tale ha bisogno di “riconoscimento” politico ed istituzionale ed in questa proiezione ognuno deve assumersi responsabilità chiare ed incontrovertibili. Il documento di ripudio della irricevibile ipotesi di trivellazioni su terra e mare, elaborato dal Movimento no triv Magna Grecia, dovrebbe essere sottoscritta da tutte/i parlamentari e consiglieri regionali (quanto meno della nostra Provincia) della Calabria. La sede più opportuna per agire in questo senso credo sia la prossima assemblea dei Sindaci a Trebisacce. La loro importante presenza in occasione della manifestazione ed il prestigio conferitogli dal ruolo di rappresentanza di intere comunità garantiscono la manifestazione diffusa ed articolata della contrarietà maggioritaria della volontà popolare. Le manifestazioni del movimento debbono in questa fase continuare in profondità nel territorio, per portare avanti un’opera di sensibilizzazione collettiva sui danni che inevitabilmente deriverebbero da scelte di questo tipo. Al contempo, pare quanto mai necessario un programma di massima sulle possibilità di rilancio del nostro territorio. Per sconfessare quanti, a volte non senza ragioni,stigmatizzano il nichilismo pseudo-luddista che sembra intravvedersi in qualche sfaccettatura delle proteste. Queste giornate di primavera possono rappresentare l’occasione per aprire una riflessione avanzata e partecipata sui destini della nostra terra. Sulle risorse del territorio già duramente spremute e sul possibile rilancio. Senza deleghe in bianco ad alcuno. Forti della nostra nuova consapevolezza. Non sprechiamola ed organizziamoci ad una nuova stagione di protagonismo popolare. |