Sinistra Italiana Calabria aderisce e parteciperà l’8 marzo prossimo allo sciopero globale delle donne, al quale hanno aderito già 40 paesi nel mondo, in risposta all’appello internazionale lanciato dalle donne argentine di “NiUnaMenos”. Saremo presenti alle manifestazioni e iniziative territoriali accomunate dal rifiuto della violenza di genere in tutte le sue forme: oppressione, sfruttamento, sessismo, razzismo, omo e transfobia, condividendo gli otto punti che le femministe italiane di Non Una Di Meno hanno proposto. Parteciperemo e sciopereremo senza simboli o striscioni di partito, ma ancora una volta metteremo a disposizione tutto l’apporto politico di Sinistra Italiana ad ogni livello, soprattutto guardando con attenzione al “Piano nazionale femminista antiviolenza” redatto dal basso attraverso il lavoro delle assemblee pubbliche di Non Una Di meno e nella richiesta di attuazione della Convenzione di Istanbul. Molte e molti di noi erano presenti alla grande manifestazione romana del 26 novembre contro la violenza maschile sulle donne e continueremo ad esserci. L’8 marzo incroceremo le braccia con loro per l’inadeguatezza delle leggi fino ad ora adottate, vedi per citare un esempio dei tanti il “Codice Rosa”, perché la risposta alla violenza maschile contro le donne non può essere sempre repressiva ed emergenziale ma strutturale e profonda. Essa affonda le sue radici nel sistema patriarcale e va sconfitta innanzitutto dal punto di vista culturale con un’educazione differente che insegni un sapere critico verso le relazioni di potere fra i generi e verso i modelli stereotipati di femminile e maschile. La scuola pubblica e laica ha dunque un ruolo fondamentale nella prevenzione e nel contrasto alla violenza di genere ecco perché concordiamo nel contestare il sistema educativo della “Buona Scuola” che “distrugge la possibilità che sia un laboratorio di cittadinanza capace di educare persone libere e autodeterminate”. Vanno finanziati i centri antiviolenza laici ed autonomi, gestiti dalle donne per le donne; va garantito un accesso rapido alla giustizia, con misure di tutela immediate: non possiamo accettare, come accaduto qualche giorno fa, che dopo vent’anni di processi, lo stupratore di una ragazzina rimanga impunito per scadenza dei termini; bisogna rompere il ricatto della precarietà con l’eliminazione del “Job Act” e attraverso un reddito minimo di autodeterminazione; bisogna garantire il diritto effettivo all’aborto, reso sempre più difficile dal gran numero di medici obiettori presenti nelle strutture sanitarie pubbliche: vediamo quello che è accaduto a Roma in un ospedale pubblico in cui si è stati costretti ad assumere medici non obiettori per garantire l’accesso all’IGV. Sciopereremo con loro contro la violenza delle frontiere, dei centri di detenzione, del “pacchetto Minniti”, le deportazioni, la gestione securitaria dell’accoglienza e per lo ius soli e il permesso di soggiorno per chi ha subito violenza. Per questo e tanto altro sciopereremo l’8 marzo, assumendo come prioritarie la prevenzione e il contrasto alla violenza maschile sulle donne, affinchè questo giorno sia solo l’inizio di una lotta condivisa e per essere riferimento delle vertenze proposte. Per questo ci impegneremo ricordando le parole di Ocalan : “ Non ci sarà nessuna vera rivoluzione ne’ società libera senza una contemporanea liberazione delle donne”
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