In merito alla notizia diffusa nella tarda serata di ieri circa un mio coinvolgimento in una presunta truffa in danno di un imprenditore, pur non essendo aduso ad utilizzare i mezzi di comunicazione per vicende personali, sento forte il dovere morale di rendere edotti quanti, leggendo l’articolo, possono essere stati tratti in errore.
Ebbene, svolgendo con grande abnegazione e scrupolo, la professione di avvocato, della quale sono e sarò sempre innamorato, ho tutelato le ragioni del mio assistito in una vicenda di natura civilistica, relativa alla risoluzione di un contratto preliminare (che per ovvie ragioni non sto qui a spiegare) in favore del mio assistito. Quanto riferito dal querelante, sig. Antonio Coiro, non solo non corrisponde al vero ma travalica i limiti della diffamazione e della calunnia. Lo stesso Coiro, controparte processuale del mio assistito, siccome soccombente, consapevole della lealtà e della fondatezza del mio operato, ha preferito rivolgere uno sterile attacco nei confronti della mia persona piuttosto che sostenere le sue ragioni con i mezzi ordinari del diritto.
Nessuna truffa, quindi, solo un vile gesto, da parti avverse, dettato, forse, anche da ragioni di carattere politico. Simili azioni, dopo anni di studio e serio lavoro, non intaccheranno il mio modo di svolgere la professione né tanto meno condizioneranno la mia azione politica, nei limiti delle mie capacità. Mi rammarico al pensiero che dietro queste azioni ci sia qualche oscuro manovratore ma questa è la realtà in cui viviamo. Infine, vorrei ringraziare, quanti, tanti, tra colleghi ed amici hanno inteso, in ogni forma e con ogni mezzo, manifestarmi, ancora una volta, la loro stima e il loro affetto. Come dice un mio caro amico, “aria sincira nun si spagna dd’i truonj”!

Giuseppe turano