Ho letto con un certo stupore un recente comunicato stampa dell’amministrazione Geraci, dal titolo “Richiesta confronto finanziario rafforza fusione”, dal quale si evince molto più che chiaramente come il Comune di Corigliano abbia superato lo stato di “pre-dissesto in cui l’Ente versava all’inizio della consiliatura”. Ebbene, mi domando come, dove e, soprattutto, quando il Comune di Corigliano abbia superato con successo tale fase. Come molti di voi sapranno, in due righe, nel febbraio 2014 la Corte dei Conti Sezione Calabria, con la deliberazione n. 12/2014, scongiurò per la Città di Corigliano (prendendola letteralmente “per i capelli”) il dissesto finanziario a patto che (e solamente a patto che) il Comune avesse realizzato compiutamente il piano triennale di risanamento messo a punto ed approvato dalla stessa amministrazione Geraci in Consiglio Comunale nel dicembre del 2013. I “compitini” che avrebbe dovuto svolgere l’amministrazione Geraci in questo triennio sarebbero stati, solo per citare i più importanti, essenzialmente quattro:
1) Ridurre la spesa, diminuendo quella improduttiva.
2) Recuperare la consistente evasione tributaria, aumentando considerevolmente le riscossioni.
3) Rendere produttivo il patrimonio comunale.
4) Evitare l’insorgere di debiti fuori bilancio.
Ebbene, niente di tutto ciò è stato mai completamente realizzato. E, infatti, per quanto riguarda le spese, le uniche che sembrerebbero essere diminuite sono state quelle per il costo del personale, e non certo perché l’abbia voluto Geraci ma solo in virtù dei pensionamenti i quali hanno, naturalmente, causato una lieve diminuzione dei costi. Per il resto non si capisce in che cosa si sia provveduto a risparmiare. Forse nei rimborsi chilometrici assegnati ai dipendenti ed agli amministratori i quali, con Geraci, sono letteralmente triplicati? E ancora, per esempio, la spesa per la raccolta dei rifiuti è notevolmente aumentata passando dai 6,1 milioni impegnati a competenza nel 2013 fino agli oltre 8,1 milioni previsti per gli anni 2016, 2017 e 2018, con un aumento del 33% sullo stesso anno 2013, ma di questo ce ne renderemo conto presto quando a casa arriveranno le bollette. Per quanto riguarda le entrate, le riscossioni di parte corrente (quanto effettivamente incassa il comune principalmente per tributi) desumibili dal rendiconto 2015 (ultimo bilancio approvato) sono pari a 22 milioni di euro, somma sostanzialmente in media con gli incassi degli ultimi 5 anni ma, comunque e per esempio, inferiore ai 22,7 milioni riscossi nel 2011. Ciò dimostra inequivocabilmente l’inesistenza di alcuna incisività sulla riscossione dei tributi eventualmente posta in essere dall’amministrazione coriglianese. Cosa significa? Che nel 2015 (con Geraci) Corigliano ha incassato 700 mila euro in meno rispetto al picco del 2011, quando Geraci non c’era. Se le azioni dell’Amministrazione Geraci (in carica da 3 anni e mezzo) volte al recupero dell’evasione tributaria fossero state credibili ed efficaci è ovvio che nel 2015 si sarebbe dovuto incassare molto più che nel 2011, e non certo di meno. E vogliamo parlare del patrimonio comunale? Quanto incassa l’Ente dallo sfruttamento di tutte le proprietà comunali al netto dei fitti passivi e della manutenzione straordinaria? Una cifra presumibilmente compresa tra zero e sotto zero. Ultimo punto: i debiti fuori bilancio. Nel 2016, l’Amministrazione Geraci è stata capace di approvare quasi 2 milioni di euro di debiti fuori bilancio, cifra enorme e molto ben oltre il limite di legge consentito per quella che resta, comunque, una vera e propria irregolarità contabile. Per quanto riguarda, invece, l’anticipazione di cassa (il fido bancario che la tesoreria concede agli enti locali) è bene specificare che se l’amministrazione Geraci non utilizza più questo strumento la cittadinanza coriglianese ha davvero ben poco da rallegrarsi, tutt’altro. Nel senso che sotto l’amministrazione Geraci il Comune di Corigliano ha contratto prestiti trentennali, a titolo di anticipazione di liquidità con la Cassa Depositi e Prestiti, per oltre 16 milioni di euro (ed escludendo dal computo totale quelli eventualmente richiesti anche nel corso del 2016). Infatti, al 31/12/2012, e prima che Geraci si insediasse, l’esposizione debitoria complessiva del Comune era di circa 23 milioni di euro. Al 31/12/2015, dopo quasi 3 anni di amministrazione Geraci, la stessa esposizione debitoria è arrivata a 39 milioni di euro ( aumentando del 70%!!!) tra mutui, prestiti ed anticipazioni di liquidità. In pratica, sotto la guida Geraci, in Comune si è semplicemente provveduto a “sostituire” lo strumento “anticipazione di cassa” con lo strumento “anticipazione liquidità-prestito”. Cambiano i nomi ma non cambia la sostanza che è sempre uguale: il debito. Anzi no, qualcosa è cambiato, con l’anticipazione di cassa il soggetto creditore era l’istituto bancario “tesoriere” mentre adesso, con l’anticipazione di liquidità, il soggetto creditore è la Cassa Depositi e Prestiti. Tra l’altro, questi 16 milioni di euro di anticipazioni di liquidità contratti dall’amministrazione Geraci finiranno di essere pagati nel 2044 e, dunque, Geraci lascerà alle prossime 6 amministrazioni comunali, compresa quella eventualmente oggetto di fusione, un’”eredità” di ben 16 milioni di euro da pagare in “comode” rate trentennali. Questa è un’amministrazione che va avanti a “credito”, non v’è ombra di dubbio. Potete ben immaginare quante saranno le difficoltà con le quali dovrà misurarsi il prossimo sindaco di Corigliano anche a causa di queste pesantissime eredità. Ovviamente mi sono limitato a brevissimi esempi per ogni punto altrimenti avrei dovuto compilare una cinquantina di tomi enciclopedici. Detto ciò, l’Amministrazione Geraci ha provveduto ad informare la Corte dei Conti circa la presunta “realizzazione” del piano di risanamento triennale promesso che l’avrebbe condotta a superare la fase di pre-dissesto? La Corte dei Conti ha inviato, di tutta risposta, il suo “via libera”? Ovvio che no, per entrambe le domande, e sfido chiunque a dimostrare il contrario pubblicandone i relativi documenti. In tutto ciò, fa davvero specie, poi, prendere atto di come il Sindaco di Corigliano Geraci abbia espresso la volontà di visionare i “documenti finanziari” di Rossano quando, forse, sarebbe stato molto più plausibile fosse avvenuto esattamente il contrario. E, tra l’altro, quando tutti i documenti finanziari che contano sono pubblicati, come per legge, sugli appositi siti istituzionali degli enti, qualora qualcuno se lo fosse scordato. Allora, prima anche solo di parlare di “fusioni”, incorporazioni e referendum, il cui ricorso è precluso agli enti in pre-dissesto, non sarebbe il caso che l’amministrazione Geraci, piuttosto che chiedere copia di documenti finanziari ai comuni limitrofi, provvedesse finalmente ad inviare i suoi (di documenti finanziari) alla Corte dei Conti?
Dott. Enzo Claudio Gaspare SIINARDI |