SIINARDI: LA GRANDE “FUFFA” DELLA FUSIONE… TUTTO QUELLO CHE NON VI DICONO (LORO) VE LO RACCONTO (IO)… (ULTIMA PARTE)
 
martedì 24 gennaio 2017 17:45
 
SIINARDI: la Grande “Fuffa” della Fusione… Tutto quello che non vi dicono (loro) ve lo racconto (io)… (ULTIMA PARTE)

E’ del tutto evidente, dunque, come sia quantomeno necessario, prima di affrontare qualsiasi argomento che possa essere definito serio e relativo alla fusione, che sia implementato un vero e proprio studio di fattibilità del progetto il quale vada ad individuare, nello specifico, come le amministrazioni intendano risolvere questa miriade di problemi pratici e contraddizioni organizzative e quali saranno i vantaggi concreti dei quali potranno beneficiare i cittadini del nuovo comune fuso, vantaggi intesi nel senso di minori tasse e/o maggiore qualità e quantità dei servizi, nuove infrastrutture, potenziamento di quelle esistenti. Tutto il resto sono solo chiacchiere. Tutto il resto è solo propaganda pre-elettorale. Personalmente penso che la fusione, qualora mai dovesse realizzarsi, finirà per ridursi, nello specifico, ad un singolo concetto chiave: assumere gente. Già, perché se c’è e c’è sempre stato un pallino fisso per l’amministrazione di Corigliano, è cosa ben nota, questo pallino è sempre stato quello delle assunzioni. Bisogna assumere, senza se e senza ma, poi, a come finanzieranno gli stipendi dei nuovi assunti ci penseranno dopo. Anzi no, ci penseremo noi quando a casa ci arriveranno le bollette per pagare i loro stipendi, perché è anche con quelle che si pagano le mensilità dei dipendenti comunali, qualora qualcuno ancora non lo sapesse. Del resto, uno dei pochissimi vantaggi della “fusione” consiste, guarda caso e guarda un po’, proprio nello sblocco integrale del turnover del personale dipendente il quale potrebbe consentire, a mio avviso solo ed esclusivamente alle amministrazioni “virtuose”, di procedere a nuove assunzioni.
Ma, entriamo nello specifico. Tra Corigliano e Rossano, fatti 100 euro gli incassi a titolo di entrate correnti, ovvero somme pagate dai cittadini per tasse, imposte, tributi e gabelle varie, di questi 100 euro almeno 30 servono per pagare gli stipendi dei dipendenti e, quindi, rimangono all’appello solo altri 70 euro per tutto il resto, e di “resto” ce n’è davvero tanto. Aumentare il costo dei dipendenti da 30 a 50 euro, ad esempio, significherebbe andare a finanziare i maggiori 20 euro di spesa con tagli ai servizi oppure aumentando le tasse di altrettanti 20 euro, non esistono altre alternative. E’ questo quello che vogliono i Cittadini di Corigliano e Rossano? Fare parte di un processo di fusione il quale avrà come risultato unico, e molto più che prevedibile, quello di rinfoltire la già numerosa schiera di dipendenti pubblici e rinunciare ad ulteriori servizi o pagare più tasse per finanziare l’assunzione di questi nuovi dipendenti? Io non credo. Io, al contrario, penso che ogni scelta amministrativa, qualsiasi essa sia, soprattutto di tale entità, debba comportare necessariamente un vantaggio definito e concreto a priori per i cittadini, senza se e senza ma. Perché se poi il processo di fusione dovesse ridursi semplicemente “a liberare nuove assunzioni”, così come “teorizza” qualcuno, per appesantire ulteriormente la macchina pubblica ed il bilancio comunale allora non mi sembra proprio il caso, e sono sicuro che non sembri il caso neppure a voi. E’ pur vero che la “fusione” consentirebbe di usufruire di una quota di trasferimenti statali e di maggiori spazi finanziari ma ciò non significa che tali maggiori entrate possano e debbano essere utilizzate per stipendiare nuovi dipendenti e non, così come dovrebbe essere, invece, per implementare nuove infrastrutture, attivare nuovi servizi e/o migliorare quelli esistenti diminuendo, se possibile, anche la pressione fiscale. Anche perché i trasferimenti statali sarebbero a tempo determinato mentre i costi per le assunzioni peserebbero sul “groppone” dei cittadini per tutta la vita. E, a proposito di contributi statali, le amministrazioni comunali di Corigliano e Rossano in quali progetti intenderebbero investirli? Non è dato sapersi. Del resto, allo stato attuale, non è dato sapersi nemmeno il nome con il quale le amministrazioni, eventualmente, intenderanno “battezzare” il nuovo comune fuso.
Concludendo, le amministrazioni di Corigliano e Rossano, se realmente sono convinte che il processo di “fusione” possa comportare dei vantaggi concreti per la cittadinanza, procedano ad effettuare un serio e preventivo studio di fattibilità che vada ben oltre “l’aria fritta” di cui si è parlato in questi ultimi anni, mettano tutto nero su bianco e si assumano la responsabilità politica di quello che affermano davanti ai cittadini, facendo approvare il documento ufficialmente dalle due giunte comunali unitamente ad un bilancio consolidato che esprima candidamente la situazione economico-finanziaria complessiva di partenza del futuro ente “fuso”. Documento che indichi, inoltre, e molto chiaramente, tutti i vantaggi concreti di cui beneficerebbero i cittadini in termini di maggiori servizi offerti, maggiori infrastrutture ed eventuali minori costi e tributi e, infine, quale sarà la denominazione del nuovo Comune la quale, almeno allo stato attuale, mi pare essere ignota. Né ha alcun senso che i cittadini vadano ad esprimersi sulla fusione con un referendum non avendo previamente alcuna contezza su di un progetto ufficiale ma sapendo praticamente nulla su quello che succederà dopo la fusione stessa e dovendosi esprimere solo su quello che, allo stato dei fatti, è solo un’idea e null’altro. Fino a quando non verranno approfonditi adeguatamente tutti gli aspetti tecnici e non verrà sottoposto all’attenzione della cittadinanza interessata un progetto tangibile, basato su di un altrettanto concreto studio di fattibilità ed un bilancio consolidato approvati da entrambi i consigli comunali, anche solo discutere di “fusione” è semplicemente fantascienza. Dopo tutte queste considerazioni di natura “tecnica” avrei piacere di concludere, inoltre, con una di natura prettamente politica. Proprio nelle ultime settimane, in virtù delle imminenti elezioni provinciali, i territori di Corigliano e Rossano avrebbero potuto esprimere all’unanimità, se solo ce ne fosse stata la volontà politica, il prossimo Presidente della Provincia. Non ci sarebbe stata neppure la necessità di “negoziare” su quale dei due sindaci avrebbe dovuto sedere sullo scranno più importante della stessa in quanto il Sindaco di Corigliano non sarebbe stato neppure candidabile, essendo quest’ultimo quasi al termine del mandato e, quindi, sarebbe stato del tutto ovvio come tale presidente avrebbe dovuto coincidere obbligatoriamente con il Sig. Sindaco di Rossano, Dott. Mascaro. L’elezione di quest’ultimo avrebbe consentito, e finalmente oserei dire, di restituire al nostro vastissimo territorio la giusta rappresentatività che merita, almeno a livello provinciale. Eppure tutto ciò non è accaduto. Queste motivazioni politiche, unitamente a ragioni squisitamente tecniche, alcune delle quali anticipate in questo scritto, non possono che dimostrare inequivocabilmente, di fatto, l’impraticabilità di qualsiasi progetto comune di fusione, almeno allo stato attuale. Se il nostro territorio non ha avuto nemmeno la forza di esprimere il presidente della provincia non è difficile immaginare su quali fondamenta d’argilla si andrebbe ad edificare un eventuale progetto di fusione. Non riponete troppa fiducia in chi vi declama in prosa la “bontà” e la “bellezza”, la “necessità e l’urgenza” di “fondersi” senza poi spiegarvi nello specifico che cosa ci guadagnerebbero i cittadini perché, e di questo statene certi, la “fusione” la faranno loro ma a “pagarla” saremo noi….

Dott. Enzo Claudio Gaspare siinardi

COMUNICATO STAMPA
 

 
   
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