Un Natale davvero speciale quello dei bambini della Scuola Primaria “Ariosto” che per il terzo anno consecutivo hanno dato un significato in più alle festività. Anche quest’anno impegnati con il Presepe Vivente, una esperienza unica che ha permesso agli alunni della scuola, insegnanti e genitori di condividere con una partecipazione attiva il significato di storia, religione e cultura del presepe. Un intervento didattico di connessione con il territori che ha evidenziato lo sviluppo della creatività, della progettualità e della fantasia dei piccoli. La Dirigente Scolastica, Susanna Capalbo, a tale proposito ha dichiarato «è una bella rappresentazione simbolica della natività che, in occasioni come queste, si fa comunità di pratica. Docenti, alunni, genitori hanno operato per concretizzare un’idea dal profondo significato cognitivo e sociale. In ambito organizzativo si è tradotto in impegni reciproci tra le persone che hanno valorizzato i momenti dell’aiuto, del supporto nell’ apprendimento, nella cooperazione per lo sviluppo delle competenze. La convergenza su uno scopo comune, ritenuto socialmente necessario e che costituisce la fonte primaria dell’appartenenza alla comunità scolastica, coalizza la “passione” per lo sviluppo professionale, per la soluzione condivisa di problemi comuni e per la crescita di una specifica identità nell’ambito di un contesto così complesso come quello scolastico». Fondamentale il lavoro in gruppo utile ad una progettazione comune volta ad imparare e a valorizzare. La rappresentazione del presepe ha permesso di indirizzare i bambini a comportamenti ispirati alla bontà, all’amicizia, all’aiuto reciproco, alla pace con alla base una buona conoscenza della realtà territoriale e i simboli legati alle tradizioni del proprio paese. Non a caso sono stati scelti antichi mestieri e usanze tipiche del territorio. «Il plesso Ariosto attraverso questa iniziativa- conclude la Capalbo- prova che la scuola, realizza davvero l’idea concreta secondo cui è proprio l’apprendimento in rete con gli altri e dagli altri la prima buona pratica che una comunità professionale dovrebbe socializzare per assolvere al meglio la sua funzione». |