“Esaminate 10933 pratiche di invalidità civile, effettuate con il proprio medico 476 sedute presso la sede ASL, visitate 4637 persone per prestazioni pensionistiche. Verificati oltre 60 mila certificati di malattia e portate a compimento 430 visite mediche fiscali. Sono questi imponenti numeri la tangibile testimonianza della proficua opera svolta, solo nell’anno 2016 che volge alla conclusione, dal Centro medico legale dell’Inps di Rossano. Una ingente mole di lavoro che non può essere gettata alle ortiche”. È quanto afferma Gioacchino Campolo, nella sua duplice veste di consigliere provinciale di Cosenza e capogruppo di Forza Italia all’interno del Consiglio comunale di Corigliano, in merito alla paventata chiusura del Centro medico legale dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale della città di Rossano. “Si configura come un’assurda decisione, priva di alcuna logica funzionale e il benché minimo riscontro positivo sul territorio, la chiusura del Centro in oggetto, anche e soprattutto perché – chiosa Campolo – Rossano è il terzo centro più importante dopo Cosenza e Reggio Calabria e registra un bacino di utenza di 220 mila abitanti. A partire dal 1 gennaio 2017 bisognerà dunque recarsi a Cosenza per qualsiasi prestazione, con gli inevitabili e prevedibili disagi per famiglie, persone sole, donne e uomini affetti da patologie, anziani, invalidi, neonati con gravi problemi”. “Si tratta di una scelta incomprensibile contro la quale si è immediatamente levato, a giusta ragione, il grido di protesta di Associazioni di categoria, organizzazioni sindacali, gruppi più o meno organizzati di cittadini del comprensorio della Sibaritide. Come classe politica e istituzionale di questa vasta area della provincia cosentina – conclude Campolo – non possiamo tollerare tale taglio ad un così importante servizio per la sanità pubblica, ennesimo disegno indiscriminato di penalizzazione di un territorio e della sua gente, nonché di mortificazione del certosino lavoro realizzato con professionalità dal personale del Centro rossanese, al quale viene espressa la massima solidarietà”. |