E’ stato estremamente interessante l’incontro culturale del O3 dicembre u.s., organizzato dalla sezione calabrese della Società Italiana per la Protezione del Beni culturali (SIPBC) sul tema: “Testimonianze archeologiche e storico-artistiche bizantine nella Calabria settentrionale”, con le relazioni di due archeologi medievisti dell’UNICAL, Adele Coscarella e Giuseppe Roma, che hanno esposto ad un pubblico attento e motivato, i risultati delle loro ultime ricerche, in merito alle testimonianze bizantine in Calabria. La prof.ssa Coscarella ha illustrato, con l’ausilio di immagini e disegni elaborati al computer, la “storia” lunga e complessa della costruzione della Chiesa di S. Adriano a S. Demetrio Corone, evidenziandone le varie fasi, che vanno dall’età bizantina al periodo normanno, con rifacimenti e modifiche che si datano dal XVIII secolo al Novecento. La chiesa sorse come piccolo oratorio nel 955, su un terreno appartenente alla famiglia di S. Nilo da Rossano, che vi fondò successivamente un monastero dedicato a S. Adriano ; ben presto il monastero assunse notevole importanza e godette della protezione dei Normanni. La chiesa è a pianta basilicale, con tre navate divise da quattro arcate ogivali ; gli intradossi degli archi e le pareti sovrastanti sono decorati con splendidi affreschi bizantineggianti della seconda metà del XII secolo. Presenta chiare caratteristiche normanne su modelli romanici, il pavimento marmoreo realizzato con una tecnica mista, a opera sèttile alternata a mosaico, che richiama quello del Pathirion di Rossano. Il prof. Roma, nel suo puntuale intervento, ha dato una nuova lettura del monachesimo basiliano in Calabria, mettendo in discussione la solita visione piuttosto romantica dei monasteri Bizantini, come luoghi solitari e isolati in cui i monaci si ritirarono per vivere in solitudine e in preghiera, lontani dalle tentazioni umane. Per Roma la nascita dei monasteri in alcune specifiche zone della nostra regione, come l’area settentrionale della provincia cosentina a nord del Crati, è frutto della politica dell’impero bizantino, impegnato a contrastare l’invasione dei Longobardi in Calabria. Attraverso gli scavi effettuati dallo stesso Roma alla fine degli anni ’90 nella Calabria settentrionale ( lungo una linea che va da Sassone, nel comune di Morano Calabro, fino a Nocara, passando per Celimarro, Belsito e Casalini di S. Sosti), è stato possibile rinvenire una serie di siti fortificati accompagnati da necropoli e da piccoli luoghi di culto, alcuni dei quali dedicati a San Michele, costruiti tra il VI e il VII sec. d.C., nella zona a nord del Crati, che era all’epoca nella sfera d’influenza dei Longobardi di Benevento, siti che furono trasformati successivamente dai Bizantini in monasteri fortificati. Le relazioni dei due docenti dell’UNICAL sono state precedute da un intervento introduttivo al tema del convegno, a cura del prof. Franco Liguori, presidente della SIPBC-CALABRIA, che , con l’ausilio di immagini da lui stesso sistemate in un power-point, ha fornito un quadro informativo essenziale sulle testimonianze artistiche bizantine in Sibaritide, dalle chiesette di S. Marco e della Panaghìa di Rossano al Pathirion, dalla tavola della Nuova Odigitria di Corigliano alle chiesette bizantine di Amendolara, dalle grotte eremitiche rossanesi a quelle di Pietrapaola, fino al borgo fortificato medievale di Cariati, nato nel X secolo come kastron bizantino, fortificato al tempo di Niceforo Foca, e conquistato nel 1059 dal normanno Roberto il Guiscardo, nel quadro delle sue azioni militari per strappare la Calabria ai Bizantini. L’assessore alla Cultura del Comune di Corigliano, ha portato il saluto dell’Amministrazione comunale ai relatori ed ha avuto parole di apprezzamento per le iniziative della SIPBC-CALABRIA, con la quale l’Amministrazione sta collaborando e intende continuare a farlo. Ha moderato egregiamente l’incontro culturale il prof. Salvatore Martino, saggista e docente del Liceo Scientifico di Corigliano.
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