Dopo che la questione sì o no al presepe, per anni ,ha toccato le scuole del nord e centro Italia, questa guerra ideologica sta pericolosamente colpendo il sud e il nostro territorio. Secondo qualcuno, anche in ambito scolastico, il presepe, potrebbe creare disagio nei bambini che professano un altro credo religioso. La festa del Natale potrebbe rappresentare, invece, uno straordinario momento di condivisione spirituale, di partecipazione religiosa e di intesa umana tra cristiani e musulmani. E che proprio la scuola, la sede dove si formano le future generazioni, dovrebbe esaltare la festa di Natale, “culla” della civiltà umana. Avere paura della propria identità e pronti a rinunciare alla propria cultura e alle proprie radici è rifiuto del dialogo con altre culture. Se tutto questo, non dovesse accadere, consiglio vivamente le istituzioni scolastiche di abolire le festività natalizie, poiché il periodo dal 23 dicembre al 6 gennaio, senza quell’identità rappresentata dal sacro e dai suoi simboli sarebbe senza significato. Natale è festa della condivisione spirituale di tutti. Siamo sicuri che i nostri figli non vogliano il presepe, i canti natalizi e le manifestazioni di questo tempo? Caro Gesù, spero tanto di festeggiarti, sempre, come Gesù Bambino e non come Gesù “bandito”. Buon cammino a tutti e facciamo il presepe.