30- 35 euro al giorno per immigrato, forse di più, certamente fanno gola tutti. Perchè il comune, visto la carenza di alloggi, non ha messo a disposizione degli immigrati i (suoi) beni immobili di uso pubblico per destinazione? Ad esempio: La casa di riposo c/da Santa Lucia- Corigliano Scalo, Autoparco Comunale c/da Bonifacio, Corigliano Centro, Castello Ducale, Corigliano centro, Mercato coperto, oggi Centro di Eccellenza, gestito dall’associazione Torre del Cupo, Corigliano Scalo, Pretura/ Ex caserma dei carabinieri, Piazza Valente 4, Corigliano centro, Pretura (Clarisse) Corigliano centro, Edificio Clarisse (Vico 1 Principe ) Corigliano centro, Edificio VV. UU. – Piazza del popolo, 20, Corigliano centro, Quadrato compagna (Palazzo delle Fiere) Corigliano Schiavonea, Centro Sportivi Inziti C/da Inziti Corigliano Scalo, Palazzo Bianchi, piazza del Popolo n°.21, Corigliano centro, Campo sportivo Valli s. Antonio, Corigliano centro, Fabbricato Rurale c/da Brigarossa, Corigliano Calabro, Porzione di fabbricato, Viale Rimembranze, Corigliano Calabro, Unità immobiliare,Vico 1 Toscano, Corigliano Calabro, Borgo di servizio C/da Apollinara, Corigliano Calabro- struttura adibita ad uso pubblico- Via provinciale- Corigliano Calabro, Unità immobiliare Via S. Nicola, 50, Corigliano Calabro, unità immobiliare Via S. Martino. 44/A – Corigliano Calabro, Immobile Via Largo Curti, Corigliano Calabro, Stallette,Vico 11 Municipio, Corigliano Calabro, Unità immobiliare, Via S. Nicola- Corigliano Calabro, unità immobiliare vico V111 Toscano, 16, Corigliano Calabro, Casa per civile abitazione Vico 1 Toscano, Corigliano Calabro, unità immobiliare. Via S. Nicola, n°58- 60, Corigliano Calabro, fabbricato Rurale C/da costa- Corigliano Calabro, buona parte di questi immobili purtroppo per disinteresse delle amministrazioni succedutesi al comune, non sono in buone condizioni, senza contare quelli occupati abusivamente, ma la cosa più scandalosa è che il comune, proprietario di tali immobili, non ha il titolo di proprietà e se c’è l’ha, non l’ha fatto mai valere, esigendo come dovuto un regolare canone di affitto dagli occupanti. Sono immobili, composti da più vani. Questo disinteresse, dimostra ancora una volta, se c’è ne era bisogno la ennesima occasione persa dal comune, una occasione ghiotta, servita su un piatto d’oro che poteva essere sfruttata già da tempo per restaurarli con incentivi europei ed oggi metterli a disposizione, non certamente gratis delle tante associazioni e cooperative. Questo dimostra che il comune non ha mai avuto interesse a trasformare lo stesso, a fare pensare il comune alla stregua di una impresa privata che crea utili per se stesso. Al contrario, a gioire di questi fenomeni migratori, sono oggi i privati, poiché il guadagno economico è assicurato. Poteva essere anche una occasione reale, il primo passo per ripopolare il borgo antico per quando gli immigrati prima o poi faranno ritorno nei loro paesi di origine. Questi frangenti, ci fanno capire che la politica, il sindacato, centri sociali, cooperative, associazioni di volontariato e patronati scendono in campo quando il guadagno è sicuro, (vedi immigrazione e pratiche pensionistiche, molte volte taroccate) al contrario, quando si tratta di famiglie Coriglianesi in serie ed accertate difficoltà economiche, questi si guardano dallo scendere in campo, di prendere le loro difese, perchè non redditizie. Per tornare agli immigrati, a differenza delle tante famiglie oneste Coriglianesi, perseguitate dalle tasse, dalla Soget e da tributi comunali alle stelle hanno un alloggio, una casa, internet, smartphone, tabblet, cuffie costose ecc, che tanti coriglianesi onesti, non possono permettersi. Che ruolo svolgono i servizi sociali del comune in questa problematica? I dirigenti addetti ai servizi sociali del comune, sanno che a Corigliano, esistono minori che non vanno a scuola, sanno che tantissimi di questi, vengono sfruttati a nero a livello lavorativo e che quando gli va bene, percepiscono più o meno 300- 350 euro al mese, svolgendo il più delle volte, un orario di lavoro giornaliero che supera le 12 ore al giorno. Esiste un regolamento, un programma a livello comunale, regionale che tutelano o quanto meno arginano questo fenomeno? Esistono regole, leggi comunali e regionali che regolano il fenomeno dell’immigrazione, o tutto è lasciato, per come sembra al libero arbitrio delle associazioni delle cooperative? In tema di immigrazione, qualcuno ha accusato in questi giorni il comune di non avere una strategia, un piano, un progetto, una visione. Questa parola, mi riporta alla mente il progetto e gli slogan demagogici del pseudo comunista Veltroni, per non parlare delle continue sparate giornaliere di Renzi che per vincere il referendum, promette agli italiani anche la luna. Quando si parla di un progetto, di una visione in materia di immigrazione, a cosa ci si riferisce e come dovrebbero diventare realtà? Piuttosto, le cooperative sociali, le associazioni, il sindacato, i patronati, il comune, affrontino il problema reale che vede interessati tantissimi lavoratori onesti Coriglianesi che difficilmente trovano lavoro presso i tanti cosiddetti magazzini di arance, poiché, buona parte di imprenditori agricoli, di caporali, preferiscono assumere mano d’opera straniera, a discapito dei nostri concittadini vogliosi di lavorare e che non vogliono vivere da parassiti alle spalle magari dell’INPS, o rivolgersi ai vari patronati che si arricchiscono sulle loro condizioni. Prima di riempirci la bocca di parole come: Solidarietà, integrazione, emarginazione, accoglienza, razzismo, intolleranza verso lo straniero, cerchiamo di interessarci di quei tanti nostri concittadini veramente bisognosi. Si eviti di usare il fenomeno immigrazione per meri e deplorevoli motivi e scopi politici. Se veramente i politici, tengono a cuore il tema immigrazione, e non è una provocazione, accogliessero gli immigrati veramente bisognosi, nelle loro prime, seconde, terze case, o nelle loro belle ville. Lo stesso discorso, vale anche per la chiesa, li accolga nei loro beni immobili coriglianesi. Se qualcuno, mi accusa di essere razzista, lo fa in malafede, comunque non ne faccio una tragedia! D’altronde, lo diceva anche il nostro amato Patrono di Corigliano, San Francesco: Prima charitas, dopo carità. Diamo spazio prima ai problemi dei nostri concittadini, quelli veri, che affrontano giornalmente con dignità la loro condizione economica. Se qualcuno, vuole convincersi da solo di quello che ho esposto, vada a farsi un giro di sera in Piazza Vittorio Veneto (Piazza San Francesco) e per le vie di Corigliano, si renderà conto, vedendo parcheggiati furgoni targati Bulgaria, Romania, Lituania, Ucraina ecc, che il caporalato, ha cambiato volto e che la concorrenza sleale degli extracomunitari ha preso piede, costringendo molti nostri lavoratori onesti ad accettare un posto di lavoro per 20- 25- 30 euro al giorno. Ci provino i politici a vivere con queste somme…..
Per il movimento centro storico: Luzzi Giorgio |