Sono ormai due anni che il porto di Corigliano è stato scelto dal sistema Nazionale di accoglienza quale punto di sbarco per chi, rischiando la vita, si imbarca con le carrette del mare dall’Africa ricercando una vita migliore nel nostro continente. Le centinaia di disperati una volta sbarcati vengono immediatamente trasferiti presso i centri di accoglienza dalla Prefettura, mentre i minori non accompagnati, rimangono in affidamento al Comune, luogo dello sbarco. Nella nostra città ne vengono ospitati ormai centinaia, che con difficoltà ed un immenso slancio di solidarietà ed altruismo si stanno assistendo. Ormai tale situazione non si può più definire “emergenza”, ma di fatto, deve diventare assistenza sistematica come ormai da tempo è chiaro. Al contrario gli iniziali luoghi prescelti, prima il Palazzetto dello sport e poi la scuola del Villaggio Frassa, che dovevano essere utilizzati solo temporaneamente, sono ancora assegnati alla gestione, tramite associazioni di solidarietà e volontariato per l’assistenza dei minori. La CGIL pur apprezzando lo sforzo dell’amministrazione Comunale nell’assistere e sostenere i minori nonchè le associazioni che si sono prestate all’assistenza, ritiene opportuno che gli stessi, temporaneamente assistiti nelle strutture individuate, con particolare riferimento al palazzetto Brillia, dove la situazione a nostro parere è diventata insostenibile ed invivibile, vengano destinati a strutture più idonee e che si vada verso una integrazione ed una assistenza di qualità. L’ultimo bando esplorativo che coinvolgeva 10 associazioni, va verso questa direzione ma purtroppo ad oggi non gli si è ancora dato corso. Riteniamo sia stata opportuna invece la motivazione che ha condotto verso la scelta di chi si occuperà dell’assistenza dell’ultimo sbarco individuando inoltre come struttura d’accoglienza un bene confiscato alla mafia. La CGIL ritiene inoltre che si debbano fare tutti gli sforzi necessari affinché i minori vengano adeguatamente assistiti e seguiti in un percorso di integrazione completo, questo si potrà fare solo se chi viene scelto per affrontare quello che non è solo semplice solidarietà ma diventa vero e proprio lavoro, abbia i requisiti necessari e le figure professionali adeguate, che quindi dovranno ricevere una adeguata retribuzione ed essere contrattualizzati secondo leggi e contratti. Non ultimo, i luoghi dell’accoglienza, nodo centrale della riuscita e della funzionalità di un progetto di integrazione, così come visto in ottime esperienze Calabresi. Il nostro Comune potrà avvantaggiarsi di quello che attualmente viene definita emergenza, ma che con le buone pratiche, può diventare un punto di eccellenza ed esempio di integrazione non relegando i minori al di fuori del tessuto sociale ma pensando a strutture inserite in tale contesto. La CGIL vigilerà affinché vengano rispettati i diritti di tutti, dei minori per primi e di chi li assiste, anche perché un ottimo sistema di accoglienza sarà garanzia anche per la sicurezza dei cittadini residenti ed eviterà inutili quanto tristi fenomeni di intolleranza.
CGIL Corigliano Calabro il responsabile De Lorenzo Giuseppe |