Esistono anche gli artisti in fuga. Nel mondo variegato di chi fa le valigie e parte per un Paese lontano, Londra è sempre più la meta di destinazione per tantissimi giovani italiani desiderosi di fare carriera altrove anche con professionalità non sempre spendibili nel nostro Paese. Ecco così arrivare, proprio da un altro giovane in fuga, un documentario sugli artisti che dall’Italia sono scappati fin sotto il Big Ben, dove comunque, fra mille lavori per mantenersi, possono provare a scavare nel fondo della propria creatività per tentare di produrre qualcosa di apprezzato. “Racconto dieci storie di dieci ragazzi. C’è chi è riuscito a realizzare il proprio sogno, chi ha avuto delusioni, ma tutti sono partiti con un grande sogno nel cassetto”, racconta a www.ilfattoquotidiano.it Giovanni Battista Algieri, giovane calabrese di 25 anni, che a Londra ha passato diversi mesi per girare e poi montare un documentario sugli artisti italiani “al di qua della Manica”. Il documentario, dal titolo “Cosa manca”, è stato completato e ora questo giovane regista di Corigliano Calabro con studi fra Perugia, Roma e Cambridge sta pensando alla distribuzione. “Si va dal cantante reggae che si sta affermando in tutta Europa proprio da quando è qui a Londra all’aspirante giornalista e scrittrice che poi è finita a fare la mamma. Ancora, una cantante rock sarda che lasciò la sua isola e l’Italia dopo l’ennesima vittoria di Berlusconi, delusa dalla situazione del nostro Paese”. In primavera il documentario girerà diverse scuole italiane, per il momento una ventina, in Calabria ma non solo, con l’intento di mostrare ai giovani studenti quali possano essere – con tutte le difficoltà collegate – le possibilità di realizzazione in campo artistico. “Tengo molto al progetto delle scuole, sarà una bella cosa, magari il programma si potrà anche estendere e andrò in tanti altri istituti”, ha aggiunto Giovanni, che è anche scrittore e autore di web series su Internet. Per girare il documentario ha usato esclusivamente le sue forze. “Ho impiegato sei mesi della mia vita qui a Londra, dove sono arrivato dopo un corso di giornalismo a Cambridge, per produrre questo lavoro di un’ora”. E il succo del filmato è soprattutto uno. “Tutti questi ragazzi – continua – hanno in comune tanto spirito di adattamento, pur di realizzare il loro sogno rinunciano a tutti quei comfort che avrebbero in Italia e fanno lavori umilissimi pur di stare qui a Londra e di esprimersi nel campo artistico. Questa città è un posto che quanto meno consente loro di provarci e, come dice qualcuno nel documentario, alla fine l’Italia rimane solo ‘un fantastico luogo per le vacanze’”. Ma Giovanni stesso non si sente un cervello in fuga. “Mi vedo più come una trottola – conclude – e il mio sogno è comunque quello di tornare nel mio Paese. Perché no, per studiare, fare dei corsi, lavorare”. Il documentario “Cosa manca” verrà pubblicato nella sua versione integrale nelle prossime settimane, probabilmente su Internet.
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