I debiti fuori bilancio di cui si discuterà domani in Consiglio Comunale sembrano un fatto solo ed esclusivamente contabile e che nulla abbia a che fare con la politica. Invece crediamo che non ci sia nulla di più politico dei debiti fuori bilancio. In primo luogo perché ci danno contezza della gestione economica del comune, della capacità degli amministratori di programmare e soprattutto della capacità di gestione della macchina comunale che è la prima priorità che deve affrontare una Buona Amministrazione. Il ragionamento deve essere compreso non solo dagli addetti ai lavori ma da qualunque cittadino poiché è dei suoi soldi che si parla. Il Comune non ha entrate, perlopiù, che prescindono dal gettito dei contribuenti, a parte la gestione del patrimonio, ragion per cui ogni cittadino deve pretendere che il Comune spenda bene i soldi versati. E quindi sia in grado di fornire servizi di qualità. Questa è la regola e questo è un diritto di ognuno. Veniamo ai debiti fuori bilancio. Brevemente e senza soffermarci su tutta la categoria dei debiti fuori bilancio elencati nell’art. 194 del TUEL crediamo che lattenzione debba soffermarsi su due tipologie, che sono quelle più portati al vaglio del Consiglio Comunale per essere approvati, ovvero le sentenze esecutive e l’acquisizione di beni e servizi di cui lente trae utilità e che non sono state assunte secondo le modalità previste dalla legge. Le sentenze esecutive. Quelle che vengono notificate al comune di Corigliano riguardano soprattutto le buche stradali, i cani randagi etc. Rispetto a queste il Comune può fare una scelta politica ricorrendo per esempio allo strumento della transazione. E avrebbe, considerando i precedenti negli anni, tutte le motivazioni per poterlo fare. Motivazioni che siamo certi passerebbero il vaglio persino della Corte dei Conti. Dire infatti alla Corte che preferiamo pagare una somma a saldo e stralcio di una richiesta di pagamento di una buca stradale, accertata esistente, piuttosto che costituirsi in un giudizio perso in partenza, per poi dover pagare l’integrale risarcimento, con interessi e ben due avvocati, quello che agisce e quello del Comune, significa fare buona politica e soprattutto fare linteresse dei cittadini. Si eviterebbe così la triplicazione del debito che poi diventa fuori bilancio. Significa programmare una buona gestione della cosa pubblica. Invece per ciò che riguarda l’acquisizione di beni e servizi non regolari che non possono che essere frutto di una buona gestione poiché, a parte la straordinarietà, per il resto ogni Comune dovrebbe sapere di quali beni e servizi ha bisogno. Ma soprattutto, e qui è il nocciolo duro della questione, bisogna responsabilizzare, per come previsto dalla legge, i Funzionari che non la rispettano. Il Testo Unico è chiaro sul punto. Quando è acquisito un bene o un servizio senza che vi sia un impegno di spesa, il rapporto obbligatorio sorge con il funzionario o lamministratore che lo ha commissionato. Quindi significa che chi paga deve essere il Funzionario o lAssessore e non il Comune (Cittadini). Non sappiamo se nella gestione del Comune di Corigliano ci sia mai stato un Funzionario o un assessore che abbia pagato di tasca propria. Infine, ma non per importanza, il problema riguarda anche i fornitori del Comune. Questi non possono fare le vittime poiché non lo sono. E soprattutto andare ad elemosinare pagamenti a cui, se avessero pure loro seguito la legge, avrebbero diritto. Poiché il fornitore deve esigere, altrimenti può rifiutare di eseguire la prestazione, tutti i dati relativi allimpegno di spesa e alla copertura finanziaria. Dati che poi ha lobbligo di indicarli nella fattura. La verità è che tutta la gestione avviene un po alla Carlona tanto poi paga il Comune (Cittadini). E evidente che vi sono mancate conoscenze sulle procedure e soprattutto taciti accordi poiché conviene a tutti. I debiti fuori bilancio che il Consiglio Comunale è chiamato a riconoscere riguardano per lo più anni 2007, 2008, 2009, 2012, parte del 2013, qualcosa del 2014. Considerando gli anni, questi debiti, non sono stati contratti dallattuale amministrazione, che ha sicuramente ridotto notevolmente la spesa, spesso a scapito dell’erogazione di servizi, ma sicuramente dalla medesima macchina comunale. E qui tutto resta immutato in ordine ai protagonisti nonostante la comunità ha subito uno scioglimento per infiltrazione mafiosa. A questo proposito, argomento tabù in Consiglio Comunale, nulla è cambiato. E sì! La nostra, diciamocelo pure, è una società mafiogena dove chi più chi meno ama non rispettare le regole e approfittare di qualcosa o qualcuno. Il cambiamento prima che amministrativo deve essere culturale anche perché questo ci permetterebbe di votare chi rispetta i nostri principi, valori, ideali, e non chi promette favori o posti di lavoro. Il processo è lento ma pregno di speranza.
Elvira Campana Consigliere Comunale del gruppo Cristiano Cattolici del NCD |