Appare quanto mai superficiale e privo di contenuti e fondamenti il tentativo, sempre se in buona fede, di quanti si sono sforzati di addebitare alla comunità di Corigliano, rappresentata dalla sua massima espressione democratica, ovvero il Consiglio Comunale, l’eventuale rallentamento o addirittura l’interruzione del processo istituzionale verso la fusione delle due città dell’area urbana. Non soltanto non è mai stato così ma è proprio la ribadita esigenza di non voler rinviare oggi il necessario confronto sui contenuti del progetto di comune unico che dimostra e qualifica le reali e concrete intenzioni di dialogo e di confronto serio e trasparente su una scelta che Corigliano continua semmai a considerare epocale, proprio perché di sostanza e non di forma o di solo pennacchio.
È quanto afferma l’assessore alla cultura Tommaso MINGRONE, con il dichiarato obiettivo di fugare ulteriormente ogni dubbio su un progetto ambizioso che l’assise consiliare nella sua interezza ha già ribadito di considerare, esprimendosi in tal senso, una grande e straordinaria opportunità di sviluppo non soltanto per le due città di Corigliano e di Rossano ma per l’intero territorio.
È davvero curioso – esordisce MINGRONE – il ragionamento che dovrebbe stare alla base di alcune dichiarazioni lette in queste ultime settimane sul presunto rallentamento, da parte delle istituzioni di Corigliano, della discussione e della deliberazione sull’atto d’impulso per la fusione. Di fatti – continua – si vorrebbe far passare come tentativo di ostruzionismo dilatorio quella che è stata e rimane né più né meno che la nostra democratica richiesta di entrare nel merito di tutte, nessuna esclusa, le tante questioni aperte sul tavolo dell’auspicata fusione; anche – scandisce l’assessore – alla luce di tutti gli altri percorsi di pianificazione territoriale già in atto (tra i quali, ad esempio, il PSA con le limitrofe Crosia e Cassano) ed in considerazione di tutto quanto può già essere avviato e sperimentato oggi dai due comuni e sul quale vige invece lo stallo totale, non certo per responsabilità di Corigliano. Mi riferisco – precisa MINGRONE – all’ipotesi di una programmazione turistico-culturale comune in vista dell’imminente stagione estiva o al confronto congelato sulla Centrale Unica Contratti (CUC), per citare solo due punti cruciali. A differenza di come qualcuno vorrebbe travisare la matura esigenza democratica di Corigliano – va avanti – siamo così convinti di trovarci di fronte ad un percorso virtuoso e storico da non sottovalutare da ambo le parti, che riteniamo non utile ed anzi dannoso preferire, alla verifica attuale dei contenuti di un’eventuale fusione, una forzata accelerazione burocratica di un iter a tutt’oggi privo di alcuna vera sintesi sulle scelte più complesse da operare. Ritenevamo e riteniamo che il processo di fusione delle due nostre città sia anzi tutto culturale e che esiga grande partecipazione e convinzione dal basso. Anche per queste ragioni, se da una parte ci stupisce il silenzio da parte dell’associazionismo sull’esigenza di confrontarsi nel merito oggi e senza irresponsabili rinvii, dall’altra sollecitiamo un serio dibattito pubblico su un passaggio storico che non poteva e non potrà essere relegato – ed è questa l’opinione prevalente se non unanime della classe politica della nostra città – ad élite o minoranze più o meno interessate. Non ci affascina il pressing di chi vorrebbe a tutti i costi costruire un cappello formale da mettere sulle due città fuse. Ci interessa sapere oggi chi, dove e come sarà indossato questo cappello. Ed è per questo che restiamo aperti – conclude MINGRONE – a tutte le forme di dialogo e costruzione del necessario reciproco consenso per un’operazione culturale prima che istituzionale che abbisogna di tutto il tempo che questi progressi naturalmente impongono. (Fonte: MONTESANTO SAS – Comunicazione & Lobbying). |