Non basta l’intestazione di una società ad una “persona inesistente” per impedire ai finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza di individuare una frode fiscale, nel settore del commercio di prodotti tecnologici, con evasione di imposte per oltre 2.500.000 di euro. Ad insospettire i finanzieri sono stati i prezzi di vendita dei prodotti, praticati dalla società, molto più bassi rispetto a quelli applicati dalle imprese concorrenti operanti nel medesimo settore commerciale. La verifica fiscale svolta nei confronti della società permetteva di accertare l’emissione di documenti falsi (c.d. dichiarazioni d’intento) per acquistare beni tecnologici senza l’applicazione dell’I.V.A.. Proprio questo stratagemma consentiva all’azienda di rivendere i beni a prezzi decisamente più bassi rispetto a quelli praticati sul mercato, con conseguenti effetti distorsivi sulla concorrenza ed indebito risparmio d’imposta. La società è risultata formalmente gestita da un legale rappresentante “inesistente”, ovvero da un soggetto che sfruttava documenti identificativi falsi, mentre era effettivamente amministrata da un imprenditore cosentino -operante anche in altri settori di mercatodenunciato per dichiarazione fraudolenta ed emissione di altri documenti per operazioni inesistenti; violazioni sanzionate con la reclusione da uno a sei anni. Al fine di assicurare la restituzione delle imposte evase ed il pagamento delle relative sanzioni sono state attivate le procedure finalizzate al sequestro dei beni patrominiali esistenti per valore equilavelente a quello evaso. Prosegue l’attività della Guardia di Finanza di contrasto all’evasione fiscale che produce effetti negativi per l’economia, ostacola la normale concorrenza fra imprese, danneggia le risorse economiche dello Stato ed accresce il carico fiscale per i cittadini onesti. |