Forse bisognerebbe partire da un dato empirico per avere contezza di quanto potrebbe accade a breve con la deforma costituzionale proposta dal tandem boschi-Renzi. Prima di darci una risposta,alcune osservazioni preliminari. Partendo dal presupposto “ideologico“che soggiace alle campagne dis/informative esaltate ed applicate senza risparmio di mezzi (mediatici)ed uomini(al servizio,o per meglio dire,al soldo del potere). Il refrain,nel senso di ritornello, è sempre lo stesso:costano troppo ai cittadini,ente inutile,adoperato per farsi le “caste proprie“.Via ,via Aboliamo le spese.! E di conseguenza saremo tutti piu’ felici e contenti ,per non dire di quanto ce ne verrà in tasca!! Attenzione,che si tratti di Comunità montane,ASL,Ospedali,Tribunali,Poste,Scuole,Ferrovie,Porti,Asilo,Nido,Pensioni,Posti di lavoro ecc:il refrain,sempre nel senso di ritornello che “costino” troppo alla collettività è identico. E dilaga in una fase di criticità di sistema, i cui contorni ci consegnano la piu’ grave crisi strutturale del sistema economico e sociale ,diciamolo pure senza girarci attorno,altrimenti noto come capitalismo dai tempi della grande depressione americana. Il caso italiano ,a parte alcune peculiarità,ben evidenziate negli scritti di Perry Anderson ,rientra perfettamente nella crisi di sistema che da ormai molti lustri coinvolge l’occidente. La strepitosa capacità di occultare le cause concrete della crisi insite nello sviluppo distorto che accompagna la concentrazione di potere nelle mani di una iperminoritaria oligarchia,quasi ci trovassimo di fronte ad una nebulosa ricerca della” Causa prima non causata”,si coglie nel lessico in uso alla stragrande maggioranza di avventori delle verità rivelate trasformate in “vulgata”dai servizievoli lacchè di cui sopra,poiché il “politici rubano”accade quel che accade.Punto! Basterebbe fare mente locale ai tanti collusi,ladroni e superclientelari “politici”della prima repubblica per giungere alla vacuità di questo semplicistico quanto indimostrabile nesso! Poche parole sulle condizioni di lavoro,sull’evasione fiscale,sull’elusione fiscale.Nulla o quasi sulle rendite,sui superstipendi dei manager,sulle fughe di contanti verso le isole Off shore,e verso banche compiacenti!!Ed infatti da oltre vent’anni le condizioni generali sono peggiorate anziché migliorare anche di pochissimo! Basterebbe alzare lo sguardo dalle buche stradali che sembrano magnetizzare lo sguardo per avere evidenza delle conseguenze finali di questa logica sul nostro territorio . Desertificazione totale di servizi collettivi in nome della privatizzazione piu’ selvaggia oppure in nessun nome.cosi:sic et simpliciter! E’ del tutto evidente che le diagnosi sono state perfettamente eseguite ma le terapie erano totalmente sballate! Anzi per dirla chiaramente le ragioni stesse delle patologie erano proprio i medici che ponevano le diagnosi! Attenzione che c’azzecca la questione referendaria e democratica con le questioni squisitamente sociali? Tutto! Un grande economista sosteneva che una disoccupazione oltre al 10% determina una crisi strutturale della democrazia.E quando alla crisi economica si coniugano le crisi sociali e culturali,il brodo di coltura dell’autoritarismo è quasi pronto. Ovvero il senso comune fiaccato dalle quotidiane difficoltà, viene facilmente filtrato elementi di profonda irrazionalità comportamentale collettiva.Nella disperazione è facile infiltrare idee e comportamenti distruttivi ed asolidali,scatenando guerre di natura orizzontale anziché verticale.In altre parole ci si accapiglia e ci si scontra con l’altro povero anziché trovare il momento unificante contro il comune “nemico”costituito dagli squali delle iperminoritarie oligarchie ovvero dei compratori di anime morte!E se per avventura quell’economista,avesse ragione,cosa dovremmo dedurre della nostra Regione dove le statistiche ci consegnano una disoccupazione triplicata rispetto alla soglia considerata a rischio?La risposta credo si possa facilmente derivare posando l’attenzione alle aste elettorali ,impiantate sui bisogni collettivi,dal lavoro all’esecuzione di una banale ecografia.per rendersi conto di come sia implicito e consequenziale l’esito finale delle consultazioni. Ma torniamo alle Province. Per mesi abbiamo ascoltato le ragioni del “Si “aboliamole! Ebbene le Province sono ancora li,certo con poteri ridotti(crescono invece quelli delle Città metropolitane rispetto al territorio)ma non sono è stata affatto abolita la ragione costitutive della loro.presunta,inefficacia:ovvero la riproduzione della “Casta”.Anzi,se prima a scegliere erano i cittadini,ora i consigli provinciali,e giunte ed il presidente sono espressioni dei consigli comunali,e spesso sono “eletti”con inciuci inimmaginabili persino nelle fasi piu’ cupe della prima Repubblica. Nella Provincia di Cosenza nonostante la stragrande maggioranza dei comuni sia guidata da Sindaci di centro sinistra,ha avuto il privilegio,dopo oltre quarant’anni e per la prima volta di ritrovarsi un Presidente d una giunta di centro destra. Quanto meno,mi sembra piuttosto dubbia l’attinenza con la volontà “popolare”espressa sia pure in maniera indiretta con il voto alle comunali. Ma c’è di piu’:allo stato secondo sentenza del TAR Calabria ,siamo rimasti persino senza Presidente.considerato che la nomina di un vicepresidente facente funzioni,da parte dell’ex presidente Occhiuto, decaduto per le note vicende del Comune di Cosenza,sarebbe illegittima.Al riguardo appare davvero insolito l’assunto “democratico”derivante dal sillogismo:io raccolgo delle firme davanti ad un notaio che determinano la decadenza del Sindaco di Cosenza e per riflesso faccio precipitare anche il Presidente della Provincia!Due al posto di uno!Ovvero,diciassette persone possono decidere per settecentomila!!Quanto meno si abbia il pudore di ammettere che una roba simile genera molti dubbi sulle condizioni di salute democratica del nostro Paese!Insomma per semplificare il concetto,l’unica cosa certa è che a rimetterci sono i cittadini in termini di potere decisionale. Se siete giunti sin qui,senza annoiarvi,definisco in maniera conclusiva il mio ragionamento. Le attinenze con il nuovo Senato sono sovrapponibili: I Senatori,saranno eletti – si scrive – dai Consigli regionali “In conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri” .Si suppone dunque che saranno i consigli regionali(e comunali )a “nominare”i cento senatori.Quindi il Senato non verrà abolito,bensi,anche in questo caso sarà abolito il diritto di voto!Badate bene,”quei”senatori avranno l’immunità,pertanto lascio alla vostra immaginazione cosa accadrà!!! Sull’elezione alla Camera,con il dispositivo del capolista “nominato”in ben dieci collegi,di fatto rimane inalterato,anzi peggiora,il Porcellum! Per trovare una fonti storiche autorevoli bisogna saltare a piè pari la Costituzione repubblicana, e risalire direttamente alla legge 18 novembre 1923, n. 2444, altrimenti nota come Legge Acerbo,che prevedeva,semplificando,un premio di maggioranza per la lista che avesse raggiunto il 25% dei consensi. Terminato l’iter,il potere deposto nelle mani del presidente del consiglio che eventualmente fosse in quel momento storico anche segretario del partito di maggioranza relativa ,potrebbe essere tale da potersi ravvedere una sostanziale uniformità con alcuni articoli dello Statuto Albertino,che per certi versi potrebbe tornare in auge(le similitudini con quanto accaduto alla Provincia di Cosenza sono piuttosto rilevanti).” Art. 6. - Il Re nomina a tutte le cariche dello Stato; e fa i decreti e regolamenti necessarii per l’esecuzione delle leggi, senza sospenderne l’osservanza, o dispensarne. Infatti per come ammonisce il Professore Alessandro Pace,tra i maggiori costituzionalisi italiani,”prevede almeno sette/otto tipi diversi di votazione delle leggi ordinarie con conseguenze pregiudizievoli per la funzionalità delle Camere; sottodimensiona la composizione del Senato (100 contro 630) rendendo irrilevante il voto dei senatori nelle riunioni del Parlamento in seduta comune relative alla elezione del Presidente della Repubblica e dei componenti del CSM (mentre per quanto riguarda i giudici della Corte costituzionale ne attribuisce irrazionalmente tre ai 630 deputati e addirittura due ai 100 senatori”. Non entro proprio nel merito politico,per evitare di espormi alle banalità dei proto tifosi che in assenza di considerazioni altre d riducono il tutto ad una inconsistente e puerile “sfida”tra renziani ed antirenziani! Basti soltanto osservare che le nuove regole sono stabilite dai un esercito di nominati in virtu’ di una legge elettorale considerata illegittima dalla Corte Costituzionale ,guidati da un mai eletto in parlamento, con il piu’ alto tasso di trasformismo dai tempi di Depretis:in due anni quasi 250 ,tra senatori e deputati,hanno cambiato casacca! Ditemi di cosa e soprattutto di chi stiamo parlando!
Angelo Broccolo Sinistra Italiana |