FESTA IN PIAZZA DELLA CONCORDIA 13/06/2010 Sulle ali della fantasia, ho visitato Piazza della Concordia. Era l’otto marzo,oppure il quattordici luglio, di un anno allegorico. Le operaie festeggiavano. Piazza della concordia era affollata! Rose, rose, rose, tutte rose rosse, bellissime e profumate. De Andrè cantava via del campo. I gendarmi impennacchiati dalla loro arroganza le scrutavano … cercavano le escort. Brassens cantava attenti al gorilla, De Andrè, bocca di rosa. In Piazza della Concordia ci sono solo rose: rose offese, rose emigrate senza radici, rose speranzose che nascondono la loro fragranza profumata. Prèvert! Le abbracciava tutte con affetto gioioso, da riscaldargli il cuore, canticchiavano… vedrai, vedrai che cambierà l’animo egoistico dell’uomo. Le rose, giulive in un velo di spensieratezza, si facevano censire: io sono Karin, io Kristin,io Gennifer, io Sofia, Cerasella mi chiamava mia madre. E tu! Dolce e graziosa fra tutte le rose, come ti chiami? Quando ero una donna, mi chiamavo Elen. EUMA NUMESC ELENA COPII MEI MA GHIAMA ELENA. Prèvert! Con un sorriso giocondo, bella, bellissima donna profumata d’amore e di speranza. Nessuno! Nessuno può rubarti … l’identità. Vedo! La tua anima lacerata, offesa, violentata, schedata, sacrificata sull’altare dell’arroganza umana. Io vendo petali. DIO! Dove mi hai trascinata? Spezza le mie invisibili catene, tendimi le tue misericordiose braccia, mostrami un barlume di speranza. Poveri sogni miei….. di questa ignominiosa vita. Non e’ umido e caldo, freddo, gelido e’ il mio ventre. Senza piacere. Vendo petali, prima che avvizziscano: un petalo per mio figlio, un petalo per mia figlia un petalo per nutrirmi. Per me la rabbia, il vituperio, l’umiliazione, il rancore. Gli occhi umani dei passanti, sono ciechi… il loro egoismo mi ignora ; mi resta l’amara libertà. Almeno! Libertà nella mia schiavitù. Sono libera! Libera di concedere Il mio profumo a chi amor mi da’.
Luigi Visciglia
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