Il sicuro affollamento di candidati a sindaco, la voglia di protagonismo politico e la frammentazione dei partiti alle prossime amministrazioni condanneranno Corigliano ad una morte certa, al precipizio finale. Nessuno sarà esente da colpe, in primis i cittadini se questa volta non attueranno quel dialogo che i politici, i partiti non vogliono che avvenga. Urge un serio punto di svolta per una nuova cultura, un’anima salvifica ed una squadra di persone oneste che sacrificano parte delle loro energie alla rinascita della casa comunale, altrimenti è la fine, la catastrofe finale, anche perchè ha preso corpo(a meno di sconvolgimenti politici eclatanti) quel patto non tanto segreto, mai abbandonato dalla elezione a sindaco di Giuseppe Geraci, la famosa staffetta che avrà nelle sue fila persone che indirettamente o direttamente hanno contribuito allo scioglimento per associazione mafiosa del comune. Da appassionato e praticante di pittura il ritratto di Corigliano è questo: La politica locale è oramai il simbolo della vergogna, non può più essere supportata in quanto melanconica, senza ambizioni totalizzanti, incapace di investirsi di responsabilità, di qualcosa, che normalmente va al di là della dimensione dell’uomo e dell’arte. La cosa certa è che la politica, umilia quotidianamente le vere realtà, come la povertà e il bisogno. Su queste cose serie, sulle tragedie umane, la politica deve avere rispetto e cura di tenere i bisognosi a rispettosa distanza dai loro ricatti, dai loro privilegi, dalle proprie ricchezze, inespugnabili e beffarde. Il ritratto di Corigliano, è come quel quadro dipinto con solo due colori: Il rosso e il verde, colori che rappresentano le terribili passioni umane. Da questa semplice formulazione si capisce che non si vuole tirare fuori, l’idea stessa di cambiare radicalmente realtà, realtà Coriglianese che non concepisce la potenza rivelatrice di tutti gli altri colori e il vero socialismo umanitario. Evitiamo che ciò accada, anche perchè si percepisce già che qualcosa non va; la spartizione del potere, del territorio è già iniziata nei salotti che contano, dove i cosiddetti funamboli della politica, provenienti da realtà non strepitose, da comportamenti e doti straordinariamente non definibili anche per le stesse leggi della politica, non sono altri che cattivi maestri di vita. La politica locale ed i loro referenti considerano la realtà Coriglianese al pari di una stalla, piena di vacche da mungere. Apriamo gli occhi, perchè è da questa realtà e da queste contraddizioni che nascono i mostri, i non capolavori, dove la loro forza allucinatoria e visionaria è incapace di guardare lontano, di prestare attenzione al popolo, ed alla storia di Corigliano. Scusate la franchezza, la politica locale è elementare, grezza, ancorata a tratti somatici animaleschi, addirittura fin troppo semplificata, non nutrita da quella carica poetica, espressiva rivolta al progresso, al bisogno, una politica che gode nell’umiliare la dignità umana, presente nella maggior parte di Coriglinesi che non si Rassegnano al declino. Torno a ripetere, serve un candidato che scuota dalle più profonde trasformazioni le fondamenta già fragili sia della politica che della casa comunale, preda entrambi di un colonialismo personale e di una corruzione sfrenata alla spasmodica ricerca del profitto, tanto da fare di Corigliano lo specchio tragico, inqualificabile di quasi tutto il sud. La politica coriglianese si è formata presso l’università, l’accademia della miseria, della vergogna, producendo quadri pessimi, senza espressioni e senza una ordinaria poesia. L’allarme, diventerà realtà se non si incomincia a risparmiare sugli incarichi a professionisti esterni, a rivedere sprechi ed abusi di denaro pubblico negli appalti dati ad imprese e ditte esterne. Se non si ripensa la pressione fiscale dei tributi in base al servizio erogato, al reddito, al numero del nucleo famigliare, un fisco più equo, dove pagano il giusto tutti, un fisco che non soffoca le già precarie condizioni economiche di molte famiglie ed imprese imprenditoriali serie. Un serio e deciso controllo di quei tanti dirigenti e funzionari comunali che con le loro professionalità, capacità debbono contribuire alla trasparenza, al risparmio, alla legalità. Una riorganizzazione di tutto il personale, da essere impiegato costantemente nel controllo del territorio, al rispetto delle leggi da parte del cittadino, sia esso coriglianese, straniero(extraeuropei compreso) un rapporto nuovo, schietto con il mondo dell’imprenditoria locale, a partire dai costruttori edili. Questo nuovo rapporto deve essere benefico alle casse comunali e nello stesso tempo vantaggioso per gli stessi operatori. C’è bisogno di una rivoluzione cruenta che non può fare a meno della lucidità, della convinzione, ma soprattutto dell’impegno di tutte quelle persone oneste che a Corigliano non mancano. Per il movimento centro storico. Luzzi Giorgio |