In quella data ,se dovessimo raggiungere il traguardo del 50% piu uno degli aventi diritto al voto ,avremmo respinto il disegno di trasformare il nostro mare in un indistinto agglomerato industriale.Si tratta infatti di fermare l’ipotesi di trivellare il nostro mare per la ricerca di gas e petrolio entro le 12 miglia dalle coste.In verità dalle nostre parti si pensa di estendere le trivellazioni anche nell’entroterra(vedi Foce del Crati)con proporzionale aumento dei danni alle tradizionali colture ed alle attività economiche esistenti.
E’ opportuno che ci si rechi alle urne per superare il 50% dei votanti con diritto di voto,altrimenti si darà carta bianca al governo per decidere in nostra vece.
E’ bene ricordare che il referendum è uno strumento di democrazia diretta e non delegata,ovvero ogni cittadino sceglie di persona senza demandare ad altri la propria volontà. Quindi non lasciamo che questa opportunità sfumi,sia pure in questa generale sfiducia verso la”politica”,ed anzi proprio per questo dobbiamo recarci alle urne e votare in massa per un Si al referendum!
Ed ancor prima ,dobbiamo impegnarci nei nostri luoghi di vita e di lavoro per discutere e confrontarci con amici e conoscenti per stimolare la partecipazione dal basso e la cittadinanza attiva.
Per avere l’idea di quanto inutile oltre che dannosa la trivellazione dei nostri mari vorrei attirare l’attenzione su alcuni dati.
A fronte di tutte le estrazioni già presenti in Italia nell’ultimo anno in virtu’ delle cosiddette royalty sono arrivate alle casse dello stato poco piu’ di 300 milioni di euro.Piu’ o meno la cifra che avremmo risparmiato andando a votare il giorno delle amministrative in giugno.A parte questa considerazione ,si tratta del 7% del valore del petrolio estratto e del 10% del gas.Il resto va nelle casse dei privati che hanno ricevuto le concessioni. Ad occhio non mi sembra un buon affare per tutti noi cittadini!
Da tenere in debita considerazione che tutte le estrazioni di petrolio garantirebbero un’autonomia nazionale di circa otto settimane!
In Italia per avere le idee di cosa parliamo il 10% del PIL nazionale è prodotto dal turismo con oltre tre milioni di persone occupate.Mentre oltre un milione di persone lavorano grazie al patrimonio culturale. E circa tre milioni lavorano nel comparto agroalimentare.Questi sono dati concreti non noccioline.A fronte di pochissimi posti di lavoro che pagheremmo a prezzi salatissimi!!!
Ora se dovessimo immaginare cosa potrebbe significare per la nostra zona il rilancio di queste attività avremmo l’idea che la Sibaritide potrebbe/dovrebbe avere la piena occupazione dei suoi abitanti!!!
In poche parti della penisola esiste una concentrazione di bellezze naturali ed archeologiche paragonabili alle nostre.
Si tratta solo di difenderle.
Angelo Broccolo SEL/Sinistra Italiana |