L’1 Febbraio il Consiglio Comunale dovrà deliberare sull’atto di impulso alla fusione con la città di Rossano. Come ormai noto, l’Assise Coriglianese, diversamente dal Consesso Rossanese, aveva preferito sospendere il Consiglio un anno fa, per approfondire il dibattito sulla fusione. Da allora, si sono susseguiti incontri pubblici e sono nati diversi comitati pro-fusione. Tuttavia, in città si registrano ancora opinioni discordanti tra i fautori delle opposte posizioni. Noi riteniamo che il progetto sulla fusione possa rappresentare una opportunità per il nostro territorio, senza tuttavia trascurare alcuni dati fondamentali. Riduttivo appare sostenere le ragioni della fusione solo per un ritorno economico più favorevole nei confronti del nuovo comune. Bisogna svolgere un’analisi complessa per poter esprimere una opinione compiuta. Dire sì alla fusione significa avviare un processo che muterebbe radicalmente la storia quanto meno amministrativa delle due città, ecco perché riteniamo giusto aver sospeso il precedente Consiglio. Da allora, infatti, diverse cose sono cambiate soprattutto dal punto di vista normativo. Come molti sanno, anche se in pochi ne sottolineano l’importanza, il 15 gennaio u.s. sono stati approvati i c.d. decreti Madia che prevedono la riforma della P.A. e che avranno ripercussioni anche e soprattutto sugli Enti locali. La cancellazione delle provincie determinerà il nascere delle città metropolitane a cui di fatto verranno delegate funzioni importanti. Ecco perché, avviare un processo di fusione significherebbe recepire i nuovi provvedimenti legislativi, farci trovare pronti con le nuove funzioni e, soprattutto, porci alla pari con le grandi realtà calabresi, diversamente potremmo rimanere ai margini ancora una volta e subire inevitabilmente le decisioni di altri che da sempre hanno utilizzato questa vasta area come bacini elettorale da relegare in posizioni subalterne. Nell’ottica del Decreto Del Rio che favorisce la fusione tra comuni, sia pure pensato, almeno inizialmente per piccoli comuni con popolazioni inferiori a 5.000 abitanti, si dovrebbe ridurre drasticamente il numero dei Comuni Italiani, ecco perché non si possono favorire e sostenere altri processi quali le unioni tra comuni che di fatto determinerebbero un aumento degli Enti Locali. Ci auguriamo che il dibattito in seno al Consiglio comunale di Corigliano sia ricco di spunti per addivenire ad una delibera condivisa e, magari, emendata rispetto a quella di Rossano soprattutto alla luce delle novelle legislative. Nel discorso sulla fusione non può non tenersi conto della specificità e della naturale vocazione dei due territori. Sempre nell’ottica della nuove norme, che prevedono tra l’altro un rigoroso taglio delle partecipate, si parla addirittura di una riduzione del 60% delle stesse, un ruolo determinante potrebbe essere riservato alla Meris – la società partecipata del Comune di Corigliano- che potrebbe, risollevandosi, rappresentare l’intera marineria della costa Jonica avvalendosi dei benefici che deriverebbero dal bilancio unico del nuovo Comune e cogliendo l’opportunità di rappresentare, con notevoli benefici, per il nostro territorio, un comparto forse un po’ abbandonato a se stesso.. Da ultimo, riteniamo che un eventuale coinvolgimento della Città di Cassano allo Jonio, non possa che favorire la centralità e l’importanza del nostro territorio nel panorama che verrà a delinearsi da qui a breve. Su questo e su altri temi crediamo che occorra spostare l’attenzione ed il dibattito per misurare la reale concretezza di questo processo storico.
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