Nulla da obiettare ai contenuti ed ai passaggi più importanti del discorso del Capo dello Stato MATTARELLA, intervenuto oggi (venerdì 29 gennaio) all’inaugurazione della Cittadella Regionale a Germaneto di Catanzaro, alla presenza del Governatore OLIVERIO e dei sindaci calabresi. Tuttavia, credo di interpretare il pensiero di tanti colleghi, probabilmente della stragrande maggioranza di essi, nel ritenere oggettivamente ridotta nei tempi la presenza oggi in Calabria del Presidente della Repubblica. Lungi da me sollevare polemiche che non avrebbero fondamento rispetto all’organizzazione di questo importante evento regionale. Ringrazio anzi il Presidente OLIVERIO per averci coinvolto in un momento così simbolico per la storia del regionalismo calabrese. Non possiamo però evitare di rimarcare come e quanto sarebbe necessario ed utile che il massimo rappresentante dello Stato e dell’Unità Nazionale possa farsi carico, attraverso altre forme di ascolto e recepimento, delle istanze dei rappresentanti dei territori delle cinque province calabresi, in un momento delicatissimo e difficilissimo per gli enti locali calabresi, per quanti ogni giorno hanno l’onore e l’onore di rappresentarli e per le comunità amministrate. I sindaci sono diventati oggi l’ultimo presidio di legalità e di riferimento democratico in un contesto di gravissima crisi economica e di sempre più complicata tenuta dell’ordine sociale così come lo abbiamo conosciuto, vissuto e difeso fino ad oggi. La mole e la somma di diverse emergenze epocali che oggi pesano direttamente sulla testa delle amministrazioni locali, lasciate sempre più sole e prive di risorse nella gestione, non autorizzano nessuno anche solo a pensare che la Calabria possa, con le sue sole forze, togliersi di dosso l’ipoteca di tutti i GAP che la relegano di fatto e di diritto ad ultima regione italiana e tra le ultime d’Europa, sulla base di tutti gli indicatori di possibile ripresa, crescita e sviluppo. Se il superamento dei principali ritardi storici regionali e del Sud in generale, a partire dalla negazione del diritto alla mobilità, non diventerà priorità dell’agenda istituzionale e di governo nazionale, come pure in parte è stato riconosciuto anche nei diversi interventi di oggi, la credibilità e la competitività della stessa Italia nel suo complesso resteranno definitivamente compromesse, con gravissime ripercussioni locali. Siamo certi che questa esigenza, anche attraverso il Presidente OLIVERIO, possa essere compresa e sostenuta egregiamente dal nostro Presidente della Repubblica.
(Fonte/Lenin MONTESANTO – Comunicazione & Lobbying). |