L’Istituto comprensivo “Costabile Guidi” di Corigliano ha aderito al progetto “Libriamoci” – Giornate di lettura nelle scuole, iniziativa promossa dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MIBACT). In tale contesto, il Plesso della Scuola media “Toscano” ha promosso, lo scorso sabato, una splendida giornata all’insegna della cultura e della socializzazione, invitando l’insegnante Isabella Freccia, autrice di testi sia in lingua italiana che in vernacolo coriglianese. La funzione strumentale professoressa Maria Antonietta Adduci, particolarmente attenta nella cura di iniziative di siffatta natura, ha organizzato con sapienza l’evento, al quale hanno partecipato numerosi docenti e soprattutto tanti allievi; quest’ultimi, a dir poco interessati al confronto con la scrittrice locale, hanno rivolto alla stessa alcuni quesiti inerenti le sue pubblicazioni e le motivazioni che l’hanno spinta a cimentarsi nella non facile opera di promotrice culturale. La professoressa Mariagiovanna Dima, vicaria della scuola media “Toscano” molto sensibile e impegnata in simili momenti di crescita socio-culturale, ha fatto da mediatore all’evento; la dottoressa Anna Maria Argentino ha invece svolto le veci della dirigente scolastica professoressa Giuseppina Silvana Sapia, testimoniando la presenza di una scuola ben radicata sul territorio e concretamente rivolta alla formazione delle nuove generazioni. L’incontro con la scrittrice Isabella Freccia ha registrato un notevole successo, sia in termini di giudizi lusinghieri e soddisfatti da parte di tutti i convenuti all’incontro sia per la curiosità suscitata nei giovanissimi alunni-lettori. La scrittrice ha risposto, con dovizia di particolari, a tutte le domande che le sono state poste, afferenti i suoi testi, le tematiche affrontate di stringente attualità e l’importanza del dialetto. Isabella Freccia insegna presso la Scuola materna “Madonna della Catena”, Primo circolo didattico di Corigliano. Ha al suo attivo la pubblicazione di quattro libri: i primi tre in vernacolo locale (“U spaventapassiri nnamureti e altri racconti in coriglianese”, “U mindicanti i amuri”, “I fimmini irà livi”) e l’ultimo in lingua italiana (“L’altra metà del cuore”). Quest’ultima opera, per le tematiche affrontate dall’autrice, è stato presentato, oltre che a Corigliano, in ambito regionale e nazionale, con iniziative che si sono svolte presso l’Università degli Studi della Calabria, la Casa Generalizia delle Suore Minime “Suor Elena Aiello” di Cosenza ed il Centro Culturale “Gabriella Ferri” di Roma. “Il dialetto – ha spiegato Isabella Freccia – è un patrimonio culturale che va tutelato. Ma non solo per amore di conservazione o di una malcerta identità, bensì perché una lingua, qualsiasi essa sia, è un bene soprattutto per comunicare. Sono infatti convinta che la pluralità linguistica non è un accidente stravagante, ma un fatto fisiologico per la specie e le comunità umane. Chiunque tenti di soffocarla deve sapere che contribuisce a spegnere il cuore pulsante della stessa umanità. Ogni comunità, dunque, vive mediante due precisi elementi: la lingua e le tradizioni. È chiaro che intorno a questi elementi si sviluppano una serie di manifestazioni che mettono in campo la storia di una comunità che si sente ed è popolo, ed essendo tale o avvertendo di essere tale il richiamo alle radici diventa un fatto di estrema necessità, ma anche di possibile salvezza nei confronti di uno sradicamento che si vive all’interno di una cultura nazionale”. I testi di Isabella Freccia sono un ritorno alle sue origini personali e familiari, ritorno che consente un amaro confronto/scontro con i mali della società contemporanea. Un viaggio iniziatico nei meandri delle cose belle e brutte del mondo, dalle gioie per gli affetti più cari ai dolori per la constatazione di fenomeni quali l’emigrazione, la disoccupazione giovanile, la violenza sulle donne, il bullismo, la discriminazione razziale, le guerre nel mondo, la corruzione politica, la sfiducia nelle istituzioni. Si tratta di libri senza pretese o illusioni salvifiche ma comunque capaci, perché dettati da una sincerità strisciante, di configurarsi quale tentativi di risposta al naufragio morale dell’umanità.
Fabio pistoia |