Non è la prima volta e non sarà, purtroppo l’ultima, che una scuola primaria o dell’infanzia sia vistata, non dai soliti ladri, ma da ragazzi che nulla hanno a che fare con quel mondo. La visita di cortesia dell’altra notte nei locali della scuola Montessori rappresenta e disegna chiaramente coloro i quali hanno compiuto quell’insolito gesto. Anch’essi, poverini, vittime della prescolarizzazione mancata hanno voluto violentare un luogo che avrebbero forse voluto frequentare e che per un motivo o per un altro le famiglie hanno impedito. Di solito, quando si saccheggiano i luoghi della formazione, i vandali, così vengono chiamati, violentano la parte di generazione propria che non c’è stata. Certamente, nel loro inconscio, avvertono quale importanza avrebbe avuto la scuola sulla vita quotidiana. Avrebbero compiuto un gesto simile? Certamente no. Rimane, però, aldilà di tutto, la tristezza dell’insano gesto. Quando si impedisce, con la violenza, il diritto allo studio, allora il viatico diventa pericoloso e pieno di insidie. Nessuno può uccidere l’anelito alla libertà. |