La pausa di riflessione assunta ieri dal Consiglio Comunale di Corigliano sul processo di fusione istituzionale dei due comuni deve essere impiegata da tutto il territorio per aprire una discussione sul rilancio di un modello produttivo, economico e sociale che metta al centro i cittadini, il lavoro, i temi della salute, della mobilità. Aver spinto l’acceleratore su un processo istituzionale privo di uno studio di fattibilità e che ha dato la sensazione di essere calato dall’alto è un errore strategico. La Cgil apprezza lo spirito cooperativo messo in campo dalle due istituzioni comunali e dalle associazioni. Uno spirito che deve essere colto positivamente perché in grado di creare fermenti ed interesse che vanno valorizzati tenendo conto delle procedure amministrative che implicano norme costituzionali, leggi nazionali e regionali, il testo unico degli enti locali e le consultazioni referendarie, le riforme in campo sul riassetto istituzionale che prevede l’abolizione delle province e gli accorpamenti dei comuni. Per queste ragioni,come Cgil,riteniamo che i fermenti in campo vadano stimolati e che debbano rimettere in gioco tutto il territorio puntando su un modello di governance locale che coinvolga anche gli altri comuni dell’area vasta, che punti a recuperare un modello di identità territoriale in grado di rilanciare una vertenza sibaritide partendo da Sibari e la Magna Grecia come vettore principale su cui costruire un modello di sviluppo economico-sociale, piuttosto che insistere su una idea di sola fusione fredda di due entità che per storia, tradizione sono antropologicamente differenti al punto di progettare negli ultimi tempi i piani strutturali in associazione con altri comuni, abbandonando di fatto il concetto dell’area urbana per cui si era proceduto su proposta della Cgil ad un accordo istituzionale di programma che è rimasto nei cassetti delle due amministrazioni. Occorre mettere in campo le idee più innovative e coinvolgere tutti i Sindaci, i cittadini, gli attori sociali ed istituzionali, compresa la Regione Calabria e convocare da subito una conferenza territoriale aperta ai sindaci, per aprire una vertenza sibaritide che parta dalle emergenze e dal depauperamento dei servizi essenziali quali quelli della salute, della rete di emergenza urgenza, dal riordino della rete Ospedaliera, della medicina del territorio, dalla mobilità, recuperando l’idea di una metro leggera che possa collegare l’intero territorio jonico fino a Metaponto, riaprendo le stazioni in disuso come centri di promozione ed accoglienza turistica, impegnandosi concretamente affinché si possano sbloccare i cantieri della SS106, rilanciando concretamente il settore agroalimentare come punto di eccellenza utilizzando le potenzialità che una infrastruttura come il Porto di Corigliano può avere come porta di sviluppo e non solo di emergenza verso il mediterraneo. E’ altresì necessario riprendere il tema della costruzione del nuovo Ospedale, concentrando gli sforzi comuni per sbloccare l’avvio dell’opera assolutamente necessaria per i cittadini ed il territorio. Occorre ridisegnare un modello di sviluppo e un modello sociale territoriale per un piano del lavoro e dello sviluppo, per una progettualità della spesa comunitaria. Il rischio che si corre nell’attivare processi dall’alto con “Conventio ad excludendum” fatto da due soli comuni che presentano delle debolezze strutturali anche in termini di proposta, riduce anche l’autorevolezza di un intero territorio che ha pagato il prezzo più alto in termini di depauperamento dei presidi dello Stato, della salute, della giustizia, dei servizi, dei trasporti e della mobilità. La scelta siffatta, se non corretta, più che una prova di forza rischia di diventare un’ammissione di debolezza da parte dei Comuni di Corigliano e Rossano. E da questo punto di vista condividiamo la scelta del Consiglio Comunale di Corigliano di approfondire la questione, senza escluderne il percorso. Per queste ragioni la Cgil ritiene necessaria una discussione congiunta delle parti sociali, delle associazioni del territorio e di tutti Sindaci dell’area vasta della Sibaritide coordinati da quelli di Corigliano, Rossano, Cassano per assumere una iniziativa che potrebbe svolgersi al museo di Sibari (luogo simbolo) per affrontare le emergenze citate ed affrontare anche con nuove idee innovative il tema del riassetto istituzionale e lo sviluppo del territorio, ed aprire subito un tavolo di confronto con il Governo Regionale e Nazionale. Le Città di Corigliano-Rossano possono diventare fulcro centrale, il volano dello sviluppo territoriale in uno scenario regionale e macro-regionale se dimostrano concretamente la volontà di mettere in discussione anche pezzi di sovranità istituzionale nel contesto dell’area vasta territoriale raccogliendo l’intera Sibaritide, partendo da Sibari, ma capaci di guardare oltre le pendici del Pollino.
Castrovillari, 17 gennaio 2015
Angelo Sposato Segretario Generale Cgil Pollino Sibari Tirreno Camera del Lavoro Territoriale Pollino Sibaritide Tirreno |