Marketing territoriale, l’immagine dei nostri territori fa fatica ad emergere. C’è molto contenuto: storia, patrimoni, identità. Manca però forse un’adeguata capacità espressiva. Prevale una evidente dislessia tra i diversi strumenti di comunicazione disponibili. Occorre osare.
Può essere considerato, questo, il messaggio e l’esortazione più condivisa e forte emersa dagli interventi dell’architetto Geo LANZA, docente di shop design all’Istituto Europeo del Design (IED) di Milano, consulente d’azienda per progetti di marketing e comunicazione ed Emilio LEO, responsabile dello storico e innovativo omonimo Lanificio di Soveria Mannelli, la più antica fabbrica tessile calabrese, uno dei casi più significativi di azienda-museo in cui logiche di produzione design-oriented e valori legati al patrimonio industriale si integrano in un modello di management che coniuga il fare impresa con gli strumenti della cultura. Entrambi, introdotti da Fortunato AMARELLI e provocati da Lenin MONTESANTO, hanno arricchito la presentazione del FLAGSHIP STORE AMARELLI, ideato e progettato come esperimento didattico dai 150 studenti italiani e stranieri (provenienti da Cina, Giappone, Russia, India, etc), frequentanti il secondo anno del corso di shop design allo IED, realizzato nella capitale della moda, del marketing e del design. EMOZIONE. – È stata la parola, il concetto, l’approccio metodologico, il filo rosso di tutta la piacevole conversazione che, nel gremito Auditorium adiacente lo storico Concio, ha concluso, con confermato successo, la quindicesima edizione di Estate al Museo, la tradizionale programmazione socio-culturale estiva del Museo Storico della liquirizia. Rendere indimenticabile l’esperienza con il visitatore, oltre la vendita del prodotto. Suscitare nel cliente una personale identificazione in valori, percezioni, sensazioni e contenuti inimitabili. Difficilmente ripetibili. Accogliere. È – ha precisato LANZA – ciò che si ambisce a provocare attraverso un flagship store, format sempre più ricercato per condividere mood, concept, style, identità e storia aziendale e del prodotto. In questa sfida, tra identità e nuove tendenze, capacità di ancorarsi nel passato ma si saper governare le dinamiche globali, la decostruzione della tradizione – ha spiegato LEO – può rappresentare il vero valore aggiunto agli sforzi di individuazione e condivisione di un messaggio all’esterno. Contenuti, metodi, approcci e obiettivi – ha chiosato MONTESANTO – sistematicamente assenti, purtroppo, nelle politiche pubbliche regionali e locali, soprattutto in tema di promozione dei turismi. Con i risultati poco efficaci che restano sotto gli occhi di tutti. Nel corso del dibattito sono stati proiettati e commentati tre video. Uno, curato e illustrato, da Geo LANZA relativo alla presentazione dei progetti didattici sul flagship store Amarelli realizzati dagli studenti dello IED. – Gli altri due, proposti da Emilio LEO: il primo sul processo di realizzazione dell’originale brand book aziendale; il secondo, intitolato TIPICOATIPICO, relativo alla collezione work in progress marchiata AIAP-LANIFICIOLEO con l’obiettivo di ricostruire un immaginario iconografico legato alle identità. (Fonte/Lenin MONTESANTO – Comunicazione & Lobbying). |