A due giorni dall’alluvione e malgrado i tanti che si sono lanciati immediatamente sulle cause di questa tragedia, ritengo doveroso riaffermare la necessità che tutti invece, anche in queste difficili ore, dovremmo ancora concentrarci sull’emergenza. Il comune in primis perché, pur in presenza di tanti aiuti ed interventi finora effettuati, ci sembra che la macchina complessiva dei soccorsi sia ancora insufficiente e male organizzata. C’è stata è vero, la risposta straordinaria e commovente dei volontari anche se poco incoraggiata o aiutata (pensate che il COC di Corigliano non ha nemmeno ricontattato quanti avevano lasciato la loro disponibilità). Tuttavia l’emergenza non è affatto finita e lo possiamo vedere tutti: cittadini come il sottoscritto, politici e meno politici (che almeno su questa piazza virtuale comunque e per fortuna politici un po’ tutti lo siamo). È sotto gli occhi di ognuno di noi il bisogno di aiuto di tanti commercianti in pena per le condizioni dei loro negozi, di tanti cittadini con case e scantinati ancora pieni di acqua e isolati per una viabilità assolutamente difficile e precaria, di un litorale martoriato nel periodo più importante della stagione. Non è il caso qui di fare raffronti sulle diverse capacità di interventi nè di valutare i danni complessivi sul territorio che sono enormi sia per Corigliano che per Rossano, ma non possiamo non segnalare una assoluta insufficienza di uomini e mezzi nell’emergenza coriglianese. Nell’unico spirito di recuperare l’attenzione e le risorse utili a fronteggiare la difficile situazione che forse finora, una certa sottovalutazione del nostro comune, ha impedito di fare al meglio. Perché siamo giunti solo ad oggi che dal Coordinamento Provinciale per l’Emergenza viene suggerita al comune di Corigliano di attivare le “somma urgenza“? Perché non si è comunque proceduto in parallelo, sin dal 12 sera, con la precettazione di mezzi e con interventi di messa in sicurezza di situazioni di emergenza e pericolo? Perché già oggi non si è intervenuto per evitare per esempio, che la fogna sotto il Gennarito andasse direttamente in mare, finendo di compromettere la situazione igienico sanitaria del mare e della zona? E di fronte a questa vera e propria emergenza o ad altre che sono state comunque segnalate, non ci sembra concepibile la risposta proveniente dal comune che siamo a ferragosto. Ma scherziamo? Una situazione di allarme nazionale e aspettiamo che finisce ferragosto e magari le ferie? Allora lanciamo l’appello al nostro comune che fin dalle prossime ore: 1) si allertino con determinazione le autorità preposte a gestire l’emergenza, Prefettura in primis, rivendicando le giuste attenzione in termini di uomini e mezzi per il soccorso nel territorio di Corigliano dove ancora non è garantita la sicurezza dei cittadini 2) si intervenga senza sosta, con ogni mezzo e strumento di legge in forza al Sindaco in tutti i casi dove sono necessari lavori di somma urgenza 3) si sostituiscano geometri e tecnici che in questa fase di emergenza, di fronte a segnalazioni o richieste di cittadini o nel loro delicato esercizio, rispondano di essere stanchi 4) si appronti con serietà e rigore, assieme agli interventi effettuati e a quelli in corso, la stima dei danni comprendendo da subito un minuzioso censimento non solo di quelli ai beni pubblici, ma anche di quelli ai privati cittadini, agli imprenditori, anche agricoli, colpiti duramente da questa alluvione. Perché anche sul versante del rapporto con lo Stato e con la Regione ci sarà da farsi ascoltare e ben valere sin dai prossimi giorni.
Su tutto il resto, come sulle responsabilità passate eventualmente anche con l’avvio di auspicabili procedimenti giudiziari, sulle scelte indifferibili a cui è chiamata la classe politica e amministrativa della città nella gestione del nostro prezioso territorio, occorrerà ovviamente tornarci. E qui ognuno, speriamo anche in questo, dovrà dare il proprio contributo.
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