Non solo corruzione: l’assessore alle Infrastrutture nella Regione Calabria, Domenica Catalfamo, è indagata anche per concorso esterno in associazione mafiosa, con la ‘ndrangheta. L’indagine riguarda la più ampia inchiesta Helios, della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria sui legami tra la politica e la società Avr, che si occupa della raccolta dei rifiuti e della manutenzione delle strade. Lo comunica oggi il Fatto Quotidiano, spiegando come Catalfamo sia responsabile per i lavori della strada Gallico-Gambarie, legati a un appalto da 43 milioni di euro. Nel mirino dei carabinieri ci sono i tentativi, da parte della ‘ndrangheta, di infiltrarsi nella società Avr, che secondo gli inquirenti avrebbe “concesso assunzioni di soggetti sponsorizzati dalla politica e affidato lavori a ditte gradite alla criminalità organizzata“.
Al centro dell’inchiesta anche l’amministratore della società Claudio Nardecchia, indagato insieme a Catalfamo per corruzione nell’esercizio della funzione pubblica. I carabinieri si stanno concentrando anche su un messaggio risalente al maggio 2015 e ricevuto da Nardecchia per invitarlo a un incontro con Luca Lotti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, e Antonio Mazzeo, capolista Pd alle regionali nel collegio di Pisa. Un incontro che alla fine non sarebbe avvenuto, ma che l’inchiesta potrebbe diventare molto più ampia, anche per quanto riguarda i rapporti con le cosche. In totale sono coinvolti 8 amministratori pubblici, del Comune di Reggio Calabria, del Consiglio comunale, della Città Metropolitana, del Consiglio regionale ed ex Provinciale e del Comune di Taurianova: si parla sempre di reati contro la Pubblica amministrazione e di pressioni illecite per assunzione di determinate persone. Catalfamo, che è stata nominata assessore dalla governatrice Jole Santelli, sempre secondo gli inquirenti potrebbe anche aver favorito le famiglie mafiose reggine. Le indagini si concentrano su fatti avvenuti tra il 2015 e 2018, anni in cui Catalfamo avrebbe ottenuto una serie di vantaggi e favori, in cambio dei quali avrebbe agevolato l’ingresso delle famiglie reggine nei lavori pubblici. |