Regolarizzare i lavoratori migranti, braccianti agricoli stagionali, significa eliminare i ghetti, combattere lo sfruttamento, dare dignità alle persone ed al lavoro e togliere ai caporali ed alla ndrangheta il loro strumento per eliminare le tutele contrattuali e limitare i diritti salariali a tutti i lavoratori, compresi quelli italiani. Se si regolarizza il lavoro e si utilizza il collocamento ed il trasporto pubblico, aumentano le possibilità di tutela perchè non ci sarà il ricatto del lavoro, non si potrà pagare ad un euro per una cassetta di agrumi, si dovranno rispettare i contratti di lavoro con un salario regolare e ci potrà essere un ritorno alla terra dignitoso non solo dei lavoratori migranti ma anche di quelli italiani. Ma la filiera produttiva e commerciale agricola si deve accorciare. Troppi piccoli produttori, in tutta la Calabria, sono vessati da consorterie criminali, dalla ndrangheta, che determinano il prezzo del prodotto, determinano chi compra, determinano chi vende. Ecco perchè serve dimensione etica e responsabilità sociale delle imprese agricole e della distribuzione, anche per evitare dumping tra quelle imprese che rispettano i contratti di lavoro. Per questo è necessario un provvedimento per la regolarizzazione dei lavoratori migranti anche nel nostro Paese, così come avvenuto in altri Paesi Europei. Per un nuovo umanesimo del lavoro. |