«L’ordinanza della presidente Santelli è un atto di fiducia e responsabilità. Responsabilità nei confronti di tanti padri di famiglia che sono stati portati allo stremo e alla disperazione dall’emergenza sanitaria. Responsabilità nei confronti di tanti giovani calabresi che trovano da vivere nel settore dei servizi e che, ormai a casa da quasi due mesi, rischiano di non avere più una prospettiva occupazionale. Basta leggere attentamente l’ordinanza, in modo obiettivo e scevro da qualsivoglia pregiudizio, per capire che qui nessuno vuole abbassare la guardia. Anzi, la rigidità dei controlli e delle verifiche rimane più forte di prima. Calabria blindata non significa Calabria paralizzata e oppressa, bensì una regione che deve ripartire iniziando a vivere sulle sue gambe ponendo massima attenzione alla prevenzione. Ed è quello che stiamo facendo».
È la posizione del capogruppo in Consiglio regionale dell’Unione di Centro, Giuseppe Graziano, commentando con favore il contenuto dell’ordinanza del Presidente della Giunta regionale della Calabria N.37 del 29 Aprile 2020, la cosiddetta “Ordinanza di Fiducia”.
«La Calabria – aggiunge Graziano – deve ritornare a rimettere in moto, al pari delle regioni del nord, il motore della sua economia. Turismo e servizi al cittadino, è questa la base su cui si fonda buona parte dell’economia della nostra regione. Queste sono le nostre “fabbriche” che, al pari del settentrione, non possiamo continuare a mantenere ferme. Ma questo non significa “liberi tutti”. Anzi, questo significa saper dimostrare al resto del Paese e dell’Europa che è possibile iniziare a ritornare alla normalità pur dovendo convivere per forza di cose con questo maledetto virus. Per capire questo basta leggere semplicemente l’ordinanza dal primo all’ultimo foglio, compreso gli allegati. E non ci sembra che la governatrice abbia inteso consentire la riapertura parziale delle attività ristorative con il servizio ai tavoli in modalità kamikaze».
«Le attività si possono svolgere seguendo rigidissimi protocolli, ancora più rigidi di quelli previsti dalla proposta normativa nazionale, come – ad esempio – l’obbligo per i camerieri di essere muniti di mascherine, guanti e occhiali protettivi; così come l’obbligo della prenotazione dei tavoli, del distanziamento, della fornitura di dispositivi di igienizzazione per i clienti. Insomma, non è un’apertura tout court ma è più che altro un’apertura psicologia e, appunto, di fiducia, verso tanti calabresi che hanno bisogno di ripartire e di farlo anche mentalmente per evitare un pericolo ancora più grave del coronavirus come la povertà irreversibile. E questo perché lo Stato potrà aiutare economicamente i cittadini fino a quando non termineranno le risorse, che si rimpinguano solo se inizia a girare nuovamente l’economia. Certo, per attuare un piano d’apertura di tutte le attività è auspicabile una concertazione ampia che non escluda i sindaci e le parti produttive. Ma sono certo che il presidente Santelli è già a lavoro in questa direzione».
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