La convenzione sottoscritta tra il commissario ad acta, previa istruttoria del Dipartimento lavori pubblici della Regione, e Invitalia in materia di investimenti in edilizia e tecnologie sanitarie, pone delicati interrogativi amministrativi e politici. La facoltà, non l’obbligo, di tale strumento è prevista dal Dl 35 (Decreto Calabria) sull’emergenza sanitaria, decreto che scadrà tra qualche mese. Se è uno strumento così importante come mai si è impiegato un anno di tempo per attivarlo? E proprio a pochi mesi dalla scadenza? Premesso che non c’è mai stato alcun pregiudizio ad aiuti esterni per sollevare la sanità calabrese, anche se la storia dimostra che gli aiuti hanno acuito i nostri Mali. Per ultimo ne è prova il Decreto Calabria. Quanto poi a convenzioni per investimenti in edilizia sanitaria i calabresi ricordano la convenzione con Infrastrutture lombarde di dieci anni fa di cui ancora si pagano i danni e le conseguenze. Paradossale l’articolo che prevede che la Convenzione decade nel momento in cui non sarà più in vigore il Decreto Calabria. Decreto che invece di risolvere i problemi ha causato gravi danni alla sanità calabrese e che, lo ribadiamo, decadrà tra qualche mese. Anzi prima lo si revochi, è meglio è. Lo stesso merito della Convenzione suscita delle perplessità: Invitalia non ha risorse proprie per svolgere sia funzioni di committenza che di progettazione e viene delegata ad acquisire le professionalità necessarie, come viene espressamente esplicitato nella stessa Convenzione. Nella Convenzione si allega un elenco di interventi di cui buona parte non sono ancora finanziati ma, solo programmati, mentre opere già appaltate quali i tre nuovi ospedali (Sibaritide, Piana di Gioia Tauro, Vibo Valentia, ospedali che non vengono nemmeno citati, quindi non sono oggetto della convenzione) o il Pronto soccorso di Crotone non hanno bisogno di alcuna committenza. Insomma, una gran confusione che rischia nuove obbligazioni per le aziende e nessun beneficio; forse qualche spreco di risorse. È un’illusione pensare di risolvere i problemi affidandosi a poteri salvifici esterni, ma bisogna essere aiutati a ricostruire con gli strumenti ordinari. C’è sicuramente la necessità di ricostruire le aree tecniche e gli uffici tecnici delle Aziende ospedaliere e delle Asp, non solo sui grandi investimenti ma persino sulle esigenze quotidiane e allora si vari un Piano straordinario per l’assunzione di ingegneri, architetti, geometri e quant’altro e si accelerino tutte le attività. Oggi nessuno può più apporre vincoli. La Calabria ha la disponibilità di risorse considerevoli in materia di edilizia sanitaria, oltre ad avere trasmesso al governo da ormai circa due anni un nuovo accordo di programma quadro di cui si sollecita lÂ’approvazione da parte del governo Conte. Noi vogliamo essere aiutati ma non accettiamo di essere trattati come una colonia.
Carlo Guccione Consigliere regionale PD |