«Le imprese agricole si trovano a dover fronteggiare una nuova emergenza climatica legata alle alte temperature che si registrano in queste settimane in Calabria e che stanno già comportando ingenti danni alle colture di vaste aree della nostra regione». Lo denuncia Alberto Statti, presidente di Confagricoltura Calabria che segnala la preoccupazione elevata tra gli operatori agricoli per questa situazione. «Dai dati del servizio “Copernicus” relativo ai cambiamenti climatici – sottolinea Statti – emerge come nel mese di gennaio si siano registrate le temperature più alte della media stagionale dal 1880 (anno in cui in cui sono cominciati i moderni rilevamenti) ad oggi. A questa anomalia termica si aggiunge la totale assenza di precipitazioni che ha ridotto la portata idrica dei corsi d’acqua e conseguentemente il livello degli invasi fondamentali per l’irrigazione di soccorso. Due concause, tra esse legate, che hanno già comportato effetti diretti sulle coltivazioni ortofrutticole primaverili e che rischiano di compromettere anche quelle future». «Una situazione che – aggiunge Statti – si aggrava di giorno in giorno e che, dalle segnalazioni pervenute dalle nostre imprese associate e dalle strutture territoriali, sta comportando danni alle colture orticole, ortofrutticole (particolarmente alla coltivazione dei finocchi nell’area del Crotonese) e arboree nonché agli allevamenti. Tanto da mettere seriamente a repentaglio la tenuta economica di numerose strutture produttive già colpite dalla crisi di mercato. Un quadro decisamente negativo già segnalato con una missiva al dipartimento agricoltura della Regione Calabria». Da qui l’appello del presidente di Confagricoltura Calabria. «Chiediamo alle massime autorità regionali – afferma – di attivare fin da subito tutte le procedure tecniche e amministrative necessarie per effettuare gli accertamenti urgenti e i sopralluoghi per valutare i danni subiti dalle aziende. Questo al fine di valutare la richiesta della dichiarazione dello stato di calamità naturale per la Calabria». «Una procedura – conclude Statti – che consentirebbe in parte di alleviare le difficoltà che stanno incontrando gli imprenditori agricoli calabresi già alle prese con una crisi straordinaria del mercato aggravata ora dall’emergenza climatica che ha investito il settore». |