La suggestione del Natale appena trascorso, credo che abbia favorito, in questa nostra pur travagliata condizione, la diffusione di un clima, per usare un termine molto caro ai bambini, quasi magico, che, per un po’, ci ha consentito di mettere da parte i drammi del presente, per vivere, insieme ai nostri cari, momenti di gioia e di ritrovata serenità. Un clima che abbiamo tanto desiderato e che, considerata la perdurante situazione di contagio, continueremo a cercare. Ma, forse, c’è qualcosa che dovremmo conservare di queste feste, che stanno ormai volgendo al termine, ed è proprio la speranza e la possibilità che qualcosa di davvero straordinario possa accadere, da qui a breve, in questo disastrato mondo. E perché ciò si verifichi davvero, c’è bisogno di tanta bontà, di tanta generosità, e di tanta attenzione verso quanto ci accade attorno. C’è bisogno di tornare a sognare una società più giusta, un mondo nel quale la fraternità, la pace, e la cooperazione diventino motore di progresso. C’è bisogno di creare nuove prospettive di vita e di lavoro, soprattutto per i più giovani che, nel frattempo, nonostante i sacrifici delle famiglie e le loro acquisite competenze, sono stati confinati nel limbo degli esclusi e dei “nuovi” migranti. C’è bisogno di offrire loro più che trafile o promesse, che sarebbero comunque vincolate a forme di clientelismo e a meccanismi poco dignitosi, la suggestione del sogno, che faccia prefigurare un futuro possibile e libero dai lacciuoli del presente. Questo scritto non vuole essere uno dei tanti inutili attacchi alla politica, tanto non servirebbe a nulla, considerate le tantissime orecchie da mercanti che la abitano, ma una provocazione e un invito a volare alto, a tornare a sognare, ad immaginare un mondo più giusto, più onesto, svincolato dalle perverse e deprimenti strettoie del presente. C’è bisogno di andare oltre quei limiti che artatamente sono stati costruiti proprio perché questa società continui ad essere periferia di quel mondo di cui fanno parte solo coloro che ne detengono le redini. Il fatto che, tra qualche giorno, arriverà la befana, chissà, qualche bella idea, qualche bel progetto da vivere come un sogno potremmo anche regalarcelo, per uscire dal guado delle acque stagnanti e dalla rassegnazione. Se la società, in questi ultimi tempi, fa fatica a ritrovare se stessa, e a spiccare il volo, è anche perché ha preferito concentrarsi solo sulle cose concrete, smettendo di sognare! |