Diffamazione aggravata, consumatasi su Facebook. È, questo, il reato per il quale L.C. è stato condannato, nei giorni scorsi, dal Tribunale di Castrovillari a seguito della querela sporta nel giugno del 2012 da Giovanni DIMA, all’epoca parlamentare.
Al centro del procedimento giudiziario, che ha portato oggi al riconoscimento dell’avvenuta diffamazione sul popolarissimo social network ai danni di DIMA, difeso dagli avvocati Giovanni e Aldo ZAGARESE, è un commento postato da L.C. su Facebook.
All’ex parlamentare venivano attribuiti – si argomenta dalla sentenza del Tribunale –senza alcuna prova né alcun fondamento beni acquistati per svariati milioni di euro nella provincia di Pisa e nella zona del Mugello. Di questi, sempre secondo l’autore del post giudicato diffamatorio, lo stesso DIMA avrebbe dovuto dare spiegazioni alla Guardia di Finanza.
Al post di L.C., che aveva a sua volta generato ulteriori commenti a catena coinvolgendo diverse migliaia di utenti sulla rete, erano seguiti inoltre toni e frasi chiaramente minacciosi. E la vicenda aveva avuto grande eco mediatica e nell’opinione pubblica territoriale.
Al termine delle diverse udienze, il Tribunale ha giudicato tutte le affermazioni attribuite ad L.C. un attacco personale diffamatorio, inteso a screditare Giovanni DIMA davanti ad un numero potenzialmente illimitato di utenti sul web.
Ad L.C. è stata, quindi, irrogata un’ammenda di 2000,00 euro. Allo stesso, condannato alle spese processuali, a rifondere la parte civile delle spese sostenute ed al risarcimento del danno, sono state negate le attenuanti generiche e concesso il ben edificio della sospensione condizionale della pena e della non menzione. - (Fonte/Lenin MONTESANTO – Comunicazione & Lobbying). |