All’esito di una verifica fiscale conclusasi nel febbraio 2014, la Procura della Repubblica di Castrovillari chiedeva il rinvio a giudizio del coriglianese G.I., perché nella qualità di Presidente di una Cooperativa di Pescatori, avrebbe posto in essere una serie di false rappresentazioni nelle scritture contabili della Cooperativa e si sarebbe avvalso di mezzi fraudolenti per ostacolarne l’accertamento, al fine di evadere le imposte per un ammontare complessivo di € 243.722,87 ed allo scopo di sottrarre all’imposizione elementi attivi per un ammontare complessivo di € 886.264,98. All’imputato veniva pertanto contestata l’accusa di aver commesso il reato di frode fiscale pluriaggravata, prevista dall’articolo 3 del Decreto Legislativo n. 74 del 2000. Nello specifico, secondo l’accusa, l’imputato avrebbe effettuato delle cessioni di pescato non evidenziate in contabilità e riversato fittiziamente a carico dei pescherecci alcuni costi che in realtà non sarebbero stati sostenuti, oltre ad aver annotato fittiziamente in contabilità il costo del personale. Nel corso dell’udienza preliminare, l’imputato chiedeva di definire il processo nelle forme del rito abbreviato. Il Pubblico Ministero chiedeva al Tribunale di Castrovillari la condanna dell’imputato alla pena di anni 2 e mesi 3 di reclusione. Il Tribunale, condividendo le argomentazioni dell’Avv. Pasquale Di Iacovo, ha invece emesso nei confronti dell’imprenditore una sentenza di assoluzione “perché il fatto non sussiste”.
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