E’ passato più di un anno dall’alluvione che il 12 agosto 2015 ha interessato il nostro territorio, e son passati decenni nella più totale dimenticanza dello stato dei nostri torrenti. Sono decenni che i letti dei nostri corsi d’acqua vengono naturalmente occupati da veri e propri boschi, o ,abusivamente, da avventurosi agricoltori amanti del rischio proprio ed altrui. La situazione in cui versa il nostro territorio è al limite della sostenibilità. Tutti abbiamo ben chiaro quali danni potrebbe provocare una piena dei nostri corsi d’acqua, ed altrettanto chiara è l’imprevedibilità di tali eventi. Non è una questione di mero allarmismo che ci spinge ad affrontare questa delicata situazione, bensì è solo la necessità suonare la sveglia nei confronti di quei soggetti che hanno il dovere di tutelare gli interessi economici del nostro territorio e, soprattutto, la vita stessa dei cittadini coriglianesi. La situazione che vogliamo portare alla particolare attenzione della cittadinanza, e delle competenti autorità, riguarda il torrente Malfrancato, nel tratto che fu oggetto di deviazione e che interessa il territorio a ridosso della “vecchia“ SS106. Nei mesi passati, dopo anni di inerzia, sono stati effettuati dei lavori di pulizia del primo tratto della deviazione del Malfrancato. Questi lavori hanno interessato il suddetto torrente dal punto in cui ha inizio la deviazione (a ridosso dello svincolo per San Giorgio Albanese) fino al punto in cui lo stesso è attraversato dalla SS 106. Purtroppo si è trattato solo di un tratto breve che non ha interessato quello che ad oggi risulta essere il punto di maggiore criticità, ossia il punto in cui il torrente è attraversato dalla SP 189, ossia la strada che collega con la SS 106 bis e che sbuca alle spalle del centro commerciale I Portali. Nel suddetto punto critico si è naturalmente formato un vero e proprio tappo, dovuto alla grande quantità di terra che il torrente ha portato con se nel corso degli anni. A ciò si unisce un vero e proprio bosco cresciuto nel letto del torrente, dovuto allo stato di incuria che ormai dura da anni. In questo punto, l’altezza che separa il ponte dal letto del fiume è talmente ridotta da non permettere, nemmeno ad un uomo di bassa statura, di potervi passare al di sotto rimanendo eretto. E’ molto più che probabile che, in caso di piena, il torrente vada ad intasarsi in quel preciso punto, rompendo gli argini e così riversando tutto quanto possa portare con se sulle campagne circostanti. E’ bene ricordare che a ridosso del punto in questione vi sono abitazioni ed aziende agricole, le quali, in caso di piena del torrente, subirebbero danni incalcolabili. U.C.I. (Unione Consumatori Italiani) Calabria ha inteso dar seguito alle segnalazioni pervenute presentando un esposto alla Procura della Repubblica di Castrovillari. Con questo atto il nostro obiettivo è quello di ostacolare ogni eventuale discarico di responsabilità circa eventuali danni al nostro, già fin troppo, martoriato territorio. U.C.I Calabria Il Presidente dott. Luigi de Novellis |