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Il bilancio dell’anno 2020 della Direzione Marittima di Reggio Calabria
L’anno 2020 ha stravolto le abitudini del vivere comune del modo di lavorare e dei rapporti sociali
 sabato 23 gennaio 2021 14:56
Il bilancio dell’anno 2020 della Direzione Marittima di Reggio Calabria L’anno 2020, da poco terminato, si è rivelato un anno complesso che, a causa delle particolari contingenze sanitarie, ha stravolto le abitudini del vivere comune del modo di lavorare e dei rapporti sociali. In tale contesto, pur dovendo in parte riorganizzare i propri assetti lavorativi, la Direzione Marittima di Reggio Calabria è riuscita a mantenere costante la presenza sul territorio, in mare ed a terra, anche nel periodo di lockdown, coordinando, attraverso i Comandi dipendenti, da Maratea a Rocca Imperiale tutte le attività al fine di continuare ad offrire all’utenza servizi omogenei e regole conformi. Chiamato a collaborare le altre forze di polizia, per fronteggiare l’emergenza sanitaria, il personale della Direzione Marittima è stato altresì inserito nei dispositivi di pubblica sicurezza per contribuire al controllo del territorio e alla verifica del rispetto delle disposizioni volte a contenere e contrastare la diffusione del virus. A seguito delle disposizioni sanitarie, una particolare attenzione è stata rivolta al principale ed esclusivo compito istituzionale della Guardia Costiera, il soccorso in mare. Le disposizioni di sicurezza impartite hanno necessariamente trovato applicazione anche tra gli equipaggi a bordo dei mezzi di soccorso, che nonostante tutto hanno regolarmente garantito il pronto intervento a tutela della salvaguardia della vita umana in mare effettuando oltre 120 operazioni di soccorso, portando in salvo 622 persone. Grazie all’attenta attività di prevenzione messa in campo sin dai primi giorni della bella stagione ed al monitoraggio sul comportamento degli assistenti bagnanti, l’operazione estiva Mare Sicuro - giunta al compimento del 30esimo anno di vita - ha visto quest’anno ridurre notevolmente gli incidenti a mare. Molteplici e variegate, anche nel trascorso anno, sono state le attività di contrasto e controllo sull’intera filiera ittica in mare e a terra. Oltre 15.000 sono stati i controlli effettuati atti a garantire la piena sostenibilità dell’attività di pesca nei nostri mari ed assicurare la qualità del pescato che arriva sulle nostre tavole. Purtroppo i dati confermano che anche nel 2020, il fenomeno distruttivo della pesca e commercializzazione di prodotti ittici sottomisura risulta essere quello più emergente, numerose infatti sono state le operazioni di contrasto dedicate al novellame di sarda “nannata” ed alla cattura dei pesci spada novelli al fine di arginare questa tipologia di pesca che risulta devastante per l’ecosistema marino. 16.500 kg è l’ammontare di prodotto ittico sequestrato per mancanza di etichettatura o per cattivo stato di conservazione e 345 le sanzioni amministrative comminate per un importo complessivo di circa 770 mila euro. La vastità del territorio di giurisdizione, 647 km di costa rende particolarmente intensa l’attività di polizia e controllo del demanio marittimo. Le operazioni #spiaggelibere e #acquelibere svolte durante il periodo estivo hanno restituito alla libera fruizione oltre 12.000 mq di arenile e specchio acqueo, gli oltre 55.000 controlli effettuati hanno portato ad elevare 1.300 verbali amministrativi e 230 notizie di reato. Tra le operazioni di maggior rilievo risulta la demolizione di alcuni manufatti in località Grotticelle del Comune di Ricadi (VV) realizzati in maniera completamente abusiva su una delle spiagge più suggestive della “Costa degli Dei” e le attività svolte presso il Comune di Stalettì – località Caminia (CZ) - dove si è proceduto al sequestro preventivo di un “ecomostro” che occupava circa 5.700 mq di area demaniale, composto da 61 manufatti abitativi risalenti agli anni 60 e destinati ad abitazioni estive. Nel corso del 2020 il Corpo si è fortemente impegnato anche in favore dell’ambiente sia a livello operativo che comunicativo. La campagna ambientale “Alla natura non serve”, nata dalla collaborazione tra il Comando Generale della Guardia Costiera e il Ministero dell’Ambiente, ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica a favore del corretto smaltimento di guanti e mascherine, affinché non vadano dispersi nell’ambiente marino e costiero. Inoltre le operazioni “Reti fantasma” e “Spazzamare”, hanno visto i nuclei subacquei del Corpo e i diving locali impegnati, anche nelle acque calabresi, in attività di recupero delle reti da pesca e dei rifiuti abbandonate lungo i fondali marini. In materia di tutela ambientale i controlli complessivamente effettuati, sono stati circa 20.000, che hanno portato ad elevare 93 notizie di reato e circa 40 sanzioni amministrative.
“Le capacità professionali degli uomini e delle donne della Guardia Costiera, la loro capacità ad adattarsi ai cambiamenti, quella di offrire all’utenza del mare e dei porti soluzioni flessibili e innovative - costituiranno le leve, su cui le Capitanerie di porto – Guardia Costiera continueranno a costruire la prossima “ripartenza” ha dichiarato il Comandante Giovanni Pettorino.
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