Al poeta George Brassens - Poesia di Luigi Visciglia |
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giovedì 23 agosto 2018 10:22 |
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Al poeta George Brassens 19 agosto 2018
Con irruenza e affannoso respiro irruppe nel gran salone Hermes, invocando: “Zeus! Zeus!”. I limiti prischiani sono stati varcati: arroganza, ingordigia, egoismo e malvagità regnano nell’umanità. Zeus decretò il Fato: “Ordino alla Natura di procreare un bimbo con la sacra fiaccola, per illuminare l’umana specie; di nome George, crescerà nella famiglia Brassens”. Eolo, con il suo divino soffio, fecondò con il seme il materno grembo. Apollo soffiò nelle sue narici: verità, armonia, poesia e canto. Orfeo gli sorrise con la musica. Viveva sulla senna George, scrisse e cantò le virtù di una bellissima donna, amata dall’oppresso, odiata dai tiranni: “la libertà umana” cantava! “Io non conosco padroni e servi, ma uomini liberi e uguali, dove ognuno rispetta l’altrui libertà. Tutto appartiene a tutti, senza possesso ed egoismo. L’accumulo di privilegi genera emarginazione sociale. Libero sarà l’uomo quando il suo spirito raggiungerà “la bellezza interiore”. Allora verrà la luce a rompere le invisibili catene, abbatterà i recinti degli schiavi liberi, sacra sarà l’umana libertà. Seduto sulla nuvola dell’utopia, sogna il suo Stato ideale “Tommaso Moro”.
Luigi Visciglia
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LUIGI VISCIGLIA
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