Anni di lacrime e sangue per i calabresi non sono serviti a nulla |
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mercoledì 22 novembre 2017 18:12 |
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Chiusi ospedali e ridotti servizi sanitari sul territori,medici e personale medico senza turnover,turni massacranti per il personale sanitario, i LEA ,dolcissimo acronimo che indica invece i famigerati livelli essenziali di assistenza negati(una volta c’erano i LUA a declinare in maniera ben piu’ concreta i dettami della Costituzione, poi giunsero le sirene del federalismo fiscale a rendere,anche nella pseudosinistra piu’ orecchiabile i diktat liberisti)ed alla fine la spesa sanitaria resta fuori controllo,anzi lievita di svariate decine di milioni di euro!
In questa desertificazione del diritto alla cura,restano ben protetti alcuni emolumenti destinati a pochi fortunati manager ipernominati dagli ascari locali del potere romano,che per paradosso aumentano in maniera esponenziale ai tagli effettuati e non già ai servizi erogati.
Ma i salsa calabrese persino i modelli iperliberisti assurgono a parodia delle deliranti ricette applicate in tutta Europa.
Qui non solo si distrugge,quanto c’era ancora qualcosa da distruggere in un sistema sanitario che da sempre spinge alla fuga verso altre regioni,si riesce persino a far lievitare il disavanzo!
Il popolare adagio “l’operazione è perfettamente riuscita ma il malato e morto”risulta empiricamente provato sulle spalle del diritto alla cura dei cittadini calabresi ormai sul punto di essere abolito per prassi consolidata.
Il balletto di responsabilità inizierà ben presto,con la pantomima di rimbalzi tutta in casa PD,con ilrisultato che alla fine nessuno risulterà responsabile dell’amara verità:ad essere fuori controllo è la genesi stessa di un cappio al collo per ogni calabrese,rappresentato da un tavolo che stabilisce in maniera ragionieristica il rientro della spesa in termini di coerenza numerica,quando invece si discute di nascite,prevenzione,cura,tutela della salute di cittadini,che senz’altro non hanno responsabilità oggettive(qualcosa di soggettivo nel reiterato voto per clientela sarebbe il caso di dirselo) per lo sfascio sanitario regionale.
Prossime mosse blocco del turnover,aumento(è possibile??)delle imposte aggiuntive,tagli ulteriori ai servizi.
Come postilla a piè di pagina in relazione al territorio jonico due domande :ma il grande ospedale della Sibaritide quando vedrà postala prima pietra?
E per il semidismesso Opedale di Trebisacce riesumato persino da una sentenza di Stato,si hanno notizie certe,al netto delle giravolte elettorali,di quando si vedrà la realizzazione?
Non sarebbe ora che la nostra indignazione tracimasse dagli argini del privato e rompendo le barriere del virtuale diventasse volontà collettiva di insubordinazione?
Angelo Broccolo
Segretario regionale Sinistra Italiana
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COMUNICATO STAMPA
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