Una fusione si propone, non si propina! |
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venerdì 28 aprile 2017 15:02 |
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Più giorni passano, più mi accorgo di quanto questo progetto di Fusione abbia un connotato tutto politico. Ad intervenire a riguardo sono tanti, forse troppi, meno i soggetti interessati. Tra articoli e note stampa, a mettere il naso nella questione sono personalità che non hanno mai messo piede nella città di Corigliano, da sempre vista solo ed esclusivamente dall’alto delle istituzioni che, spesso, lorsignori rappresentano. Ciò non sarebbe un problema se non questi non esercitassero una certa influenza sulle istituzioni. Peccato che, ahinoi, non è così. È imbarazzante vedere con quanta convinzione e veemenza stiano portando avanti questo progetto ancora tutto da definire. La disciplina determina delle misure ex ante la fusione, volte a far comprendere al meglio se vi sussistono le condizioni per porre in essere l’evento aggregativo. Si tratta, in breve, di analizzare nello specifico le caratteristiche degli enti coinvolti e di tracciare un prototipo di Città unica, prevedendo che “alle comunità dei comuni oggetto della fusione siano assicurate adeguate forme di partecipazione e di decentramento dei servizi”. Cosa fondamentale che ancora non è stata affrontata e che, dunque, non permette alle popolazioni coinvolte di avere un quadro coerente e completo della situazione. Gli elementi da prendere in considerazione sono molteplici e l’attuabilità della Fusione risulta essere ancora incerta, nonostante ciò, è stato indetto referendum ad ottobre. È inevitabile tornare a lamentare l’ambiguità della procedura sulla quale questa fusione poggia le sue basi. Una fusione, almeno sino ad ora, promossa e portata avanti unilateralmente dalla vicina Rossano. Noi cittadini, palesemente presi in considerazione come un aspetto marginale alla fusione stessa, è chiaro che non abbiamo elementi concreti su cui poter basare la nostra scelta. Dunque, con quali presupposti si va a referendum? Sappiamo che impatto avrà sulle popolazioni coinvolte questa fusione? Verrà garantito il decentramento dei servizi su tutto il territorio della città unica? Se si, come? L’armonizzazione dei bilanci graverà in misura maggiore su una delle due cittadine o è solo fantafinanza? Quali saranno le caratteristiche della nuova Città unica? Si sono elaborati almeno i principi generali del nuovo Statuto? A queste domande nessuno sa e può dare una risposta. Urge, quindi, avviare un’indagine volta a fornire elementi valutativi di natura tecnica in relazione alle possibilità di fusione. È inutile armarsi solo di buoni propositi, prima o poi ci scontreremo con una realtà che non è quella tanto ambita. Per andare avanti con l’iter, per poter imprimere con coscienza un segno di matita su una scheda referendaria, abbiamo bisogno di certezze. E non ne abbiamo. Addirittura, sull’eventuale inclusione del comune di Cassano allo Ionio, si è obiettato dicendo che avrebbe rallentato i lavori e che comunque sarebbe potuto subentrare in un momento ex post la fusione. Ma siamo sicuri che Cassano accetterà di subentrare a giochi fatti? Chi le garantisce un’entrata paritetica rispetto ai due comuni Corigliano e Rossano? È palese che bisogna includere nei lavori anche Cassano, già da subito! In un progetto di unificazione della Sibaritide, non si può rischiare di tagliare fuori la Città di Sibari, centro nevralgico della nostra storia e della nostra cultura. Nel mese di Marzo, il Consiglio comunale di Corigliano, ha approvato l’istituzione di una commissione consiliare ad hoc sul progetto di Fusione. Lo scopo di tale commissione sarebbe quello di indagare, appunto, sull’attuabilità di tale evento aggregativo. Uno studio vero e proprio sulla fattibilità dell’ambizioso progetto è cosa fondamentale ed improcrastinabile. Valutare se vi sono le condizioni tecnico-amministrative per porre in essere una Fusione significa, finalmente, agire con ratio e prudenza. La giunta Geraci, a mio avviso, seppure in considerevole ritardo, sta agendo nel migliore dei modi e, soprattutto, a tutela di una popolazione ancora troppo cruda sulla questione. Puntuale, come di consueto, il linciaggio nei confronti di questo modus operandi. Sempre i soliti noti intasano il web e i giornali di ingiurie, seppur velate da un’apprezzabile eleganza, rivolte al “nemico del popolo”, ossia l’unica voce fuori dal coro di questa singolare orchestra: Il Sindaco Geraci. Il tutto, altro non fa che alimentare malesseri nelle singole comunità, specie quella Coriglianese. Persevero nel dire che è un progetto molto ambizioso e che deve trovare realizzazione, ma è a tal proposito che vorrei si agisse in diverso modo. In questa direzione difficilmente produrrà gli effetti sperati. È necessario, dunque: ascoltare e coinvolgere di più i cittadini; riuscire a fare sintesi e non entrare in conflitto su una questione di questa portata; procedere, senza indugio, ad uno studio di fattibilità, così da avere un quadro preciso delle caratteristiche istituzionali e funzionali degli Enti coinvolti e, cosa importante, valutare vantaggi e rischi che da un punto di vista socio-economico investono i comuni nella prospettiva di un comune unico. Non è possibile agire impetuosamente e pretendere che si vada a referendum sulla base del nulla. Una Fusione si propone, non si propina!
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Mattia Salimbeni
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